Disabilità e inclusione: Noi promotori di una cultura alternativa
Renzo Coletti Aggiornato il 30/05/2024 08:00comprendere il significato di paura e quello di angoscia, fanno parte della realtà che ci sovrasta e ci induce a ricercare nel passato una risposta ed una identità. l'assenza di nuovi valori, di nuove prospettive per il futuro, la nuova ideologia dominante, non possono che rafforzare il pregiudizio ed il rifiuto della complessità che ci appartiene come specie.
come può esprimere la propria identità un Disabile senza rimuovere la paura e l'angoscia del nostro tempo?
noi umani siamo prima di tutto società e poi noi stessi: questa condizione ci impone di agire prima di ogni altra scelta, verso una rivoluzione culturale che giace nel profondo del nostro vivere in comune.
mentre chiamiamo a raccolta le nostre identità di disabili, spesso e volentieri ci dimentichiamo che esiste anche una società che ci modella e ci Forma nella nostra esistenza che vive di speranza, ma non tiene conto del fatto che l'azione è la prima cosa da fare e a chi siamo tutti costretti a rispondere in maniera positiva.
Il momento della nostra vita in cui si ha maggior stimolo e predisposizione ad una nuova scoperta o idea di rinnovamento culturale è tra i quindici anni ed i trenta.
le grandi scoperte scientifiche sono state realizzate proprio da personaggi in questo lasso di tempo biologico, quindi la nostra priorità come specie e come persona, non può che Aprire le porte alle nuove generazioni.
l'angoscia del nostro tempo non può che trovare una risposta attraverso un nuovo pensiero ed una nuova concezione della vita stessa.
Il futuro che ci attende non ha una visibilità ed una oggettività su cui dirigere la nostra esperienza, mancano le basi culturali per una rivisitazione del passato in una nuova chiave di Lettura, quindi la prima esistenza è reale una capacità di analisi, un senso critico, una Educazione emotiva.
abbiamo scelto come disabili, di inserirci in questa realtà, ma non abbiamo tenuto conto del fatto che inserire vuole anche dire cambiare la società che ci emargina e siamo spesso tentati a chiedere o sperare, senza mai proporci come promotori di una Cultura alternativa e utile alla società tutta.
le nostre esigenze primarie ci impongono di dimostrare a noi stessi una volontà di identità e dignità della persona.
è giunto ora il tempo di ritrovare la volontà di essere e cambiare le origini della Cultura che impregna la famiglia, la Scuola, il Lavoro, ma non come bisognosi di Assistenza, ma come promotori di una nuova realtà Sociale e culturale.
abbiamo una Associazione ed un passato che ci ha unito per lotte ormai finite nel dimenticatoio della politica, siamo nell'era della Tecnica e del mercato, quindi siamo merce noi stessi.
ora possiamo scegliere tra gettare la spugna o riprendere la lotta.
la paura e l'angoscia lasciamola a chi può permettersela, noi dobbiamo agire.