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Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa

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Il Sistema Braille, storia e caratteristiche

Aggiornato il 07/11/2024 08:00 
 

I ciechi furono sempre esclusi dal Diritto alla Cultura; vissero per secoli nella miseria e nell'ignoranza, oggetto di pietà e ripugnanza; soltanto il secolo dei lumi dischiuse loro le porte dell'Educazione e del sapere. Per impulso di Valentin Haüy nel 1784 fu creato a Parigi il primo Istituto scolastico specializzato per i giovani ciechi e fu là che nel 1825 Louis Braille, umile e geniale Studente cieco, ideò e realizzò il preziosissimo sistema di Scrittura e di Lettura in Rilievo che ancor oggi porta il suo nome e regge a qualsiasi confronto. Nel 1852, l'anno in cui Louis Braille morì, il suo Metodo fu ufficialmente riconosciuto e si cominciarono a pubblicare i primi libri con il sistema da lui concepito. Da quel momento il Braille si diffuse rapidamente e sorsero numerose biblioteche specializzate in Francia, Germania, Russia, Inghilterra e Stati Uniti. In Italia, la prima Biblioteca per ciechi sorse a Firenze alla fine del secolo XIX per iniziativa della Regina Margherita di Savoia, ma non riuscì a svilupparsi. Fu l'Unione Italiana dei Ciechi a fondare nel 1928 a Genova, la Biblioteca Nazionale per Ciechi "Regina Margherita" che da allora è sempre stata la principale Biblioteca al servizio dei ciechi in Italia.

Il sistema Braille è il più conciso di qualsiasi altro che lo precedette e lo seguì tra quelli ideati per consentire la Lettura ai ciechi. Esso presenta una rara versatilità poiché è adatto ad esprimere le lingue di tutti i continenti, i codici scientifici e persino il codice musicale nella sua complessa articolazione. Il vantaggio più immediato risiede nel fatto che, a differenza degli altri sistemi, esso permette una Scrittura piuttosto rapida, anche se alquanto più faticosa di quella normale; la sua praticità spiega come esso abbia potuto dischiudere ai ciechi le porte della conoscenza e far loro scoprire il piacere della Lettura. Esso ha inoltre consentito le diverse attività professionali, prima inconcepibili per mancanza di Istruzione. Essendo l'inventore stesso privo della Vista, egli potè sperimentare il proprio sistema sottoponendolo alle prove più severe in una vera e propria Scuola.

Nonostante ciò, non mancarono gli ostacoli e le incomprensioni durati fino ai nostri giorni. Nella stessa Francia il Braille fu accettato solo vent'anni dopo la sua origine, quando il suo inventore era già scomparso da due anni. Ancor oggi vi è chi sostiene che, con l'avvento degli strumenti informatici, il Braille non serve più; il nostro parere è decisamente contrario a questa opinione: il Braille è ancora insostituibile, e a maggior ragione per la musica.

I sostenitori degli altri sistemi lo avversarono con accanimento e si trovò sempre qualcuno convinto di aver inventato una soluzione più efficace del Braille che veniva attaccato come inadatto a soddisfare le necessità dei propri destinatari; la vittoria gli arrise infine già dagli anni ottanta, nella sua forma originaria, salvo qualche inessenziale modifica richiesta dalla struttura dei diversi alfabeti visivi.

Apprendere l'alfabeto Braille non è cosa lunga e nemmeno difficile; la rapidità della Lettura è essenzialmente collegata al grado di sensibilità del Tatto - che è diverso da individuo a individuo - e all'esercizio.

Il Braille, divenuto il mezzo di comunicazione primario al servizio dei ciechi ormai da più di un secolo e mezzo, deve sempre più confrontarsi con altri mezzi di comunicazione offerti dalla Tecnologia.

Si afferma che oggi il Braille subisce un certo declino perché i ciechi preferirebbero Ascoltare i libri piuttosto che leggerli; ma l'ascolto è, come ben si può immaginare, senza sforzo, piacevole, veloce e sempre preciso; tuttavia, non sempre ne rimane impresso il contenuto, certamente non come riesce a fare la Lettura diretta. Ribadiamo ancora con forza che risulta impossibile l'apprendimento corretto della musica.

L'evoluzione Sociale e tecnologica ha in effetti ampliato la cerchia dei non vedenti interessati alla Lettura; non vi è stato un regresso del Braille, ma una avanzata degli altri mezzi di comunicazione che hanno consentito la Lettura a chi precedentemente ne era escluso non potendo utilizzarlo.

Il Braille è un "sistema binario" vero e proprio: la presenza o l'assenza del puntino in Rilievo. La combinazione dei sei puntini dà come risultato 2 alla sesta, e quindi 64 caratteri; con questi (e ovviamente con tutte le combinazioni tra d essi), si riesce ad affrontare qualsiasi codice, compreso quello musicale completo. La superficie impiegata dalla Dimensione del Carattere è di 5 mm in orizzontale e 7,5 mm in verticale; tale superficie corrisponde esattamente a quella copribile con i 15000 terminali nervosi di ogni dito della nostra mano; con l'esercizio costante di questa pratica, si sviluppano i terminali e si riescono ad ottenere risultati strabilianti nella Lettura.

Il Braille è Formato da 63 caratteri più lo spazio. Sono pochissimi, da cui POLISEMIA (Lingua, Matematica, musica) e conseguente necessità di specificazione della funzione tramite combinazioni di segni, anche nello stesso ambito (es. tutto maiuscolo, corsivo, neretto, sotto- e sopralineato, grassetto).

Il Braille è incomprimibile. I caratteri hanno sempre le stesse dimensioni, calcolate sulla superficie del polpastrello: di fatto si legge analiticamente Carattere per Carattere.

Il Braille è lineare. La bidimensionalità è difficilmente gestibile e riesce solo in semplici incolonnamenti ordinati, perciò viene normalmente ridotta ad una Dimensione in modo intuitivo o per mezzo di artifici, particolarmente necessari nella musica e che, talvolta devono essere spiegati da didascalie aggiunte.

La sua significazione viene stabilita per via SIMBOLICA oppure ICONICA. Nel primo caso il significato è determinato in modo del tutto arbitrario, che non tiene conto della forma del Carattere: così per esempio, nell'alfabeto, la cui costruzione per serie successive non costituisce certo una buona giustificazione dal punto di Vista pratico, i caratteri più frequenti dovrebbero essere i più semplici. Nel secondo caso il significato è suggerito dalla forma del Carattere, ed è applicata specialmente a coppie di segni antitetici o a gruppi di segni correlati: ad esempio, le virgolette aperte e chiuse, i segni di copula, le graffe ecc. A volte si può Riconoscere la compresenza dell'uno e dell'altro criterio nella determinazione del significato: i caratteri formati con punti esclusivamente della prima colonna tendono naturalmente ad essere associati al precedente, quelli della seconda colonna al successivo.