Formae Mentis: Dalla Psiche dell'uomo all'Intelligenza artificiale
Giuseppe Di Grande Aggiornato il 22/12/2022 08:00Alla fine del XVII secolo, soprattutto dopo John Locke, l'attenzione di filosofi e studiosi viene rivolta allo studio della psiche, di come essa nasce, si forma, di come vengono sviluppati i pensieri. Gli studiosi, soprattutto filosofi (la psicologia come Scienza ancora non esiste), si dividono in due correnti di pensiero: innatisti ed empiristi. Gli innatisti sostengono l'esistenza di strutture innate che un individuo possiede sin dalla sua nascita. Gli empiristi invece che la conoscenza umana si origina dall'esperienza sensibile. Il dibattito tra innatisti ed empiristi continuerà fino agli anni cinquanta del novecento, quando gli studiosi appartenenti alla neonata psicologia cognitiva inizieranno lo studio sistematico tra ciò che nella mente è innato e ciò che è acquisito.
Siamo negli anni di Leibniz e delle sue teorie filosofico-matematiche. Di particolare rilevanza per il nostro Percorso sono le sue definizioni di ciò che può essere considerato "infinitesimo": «Quando parliamo di quantità... indefinitamente piccole (cioè, le più piccole di cui possiamo venire a conoscenza) si intende che vogliamo indicare quantità tanto piccole quanto si vuole, cosicché l’errore che si può commettere sia minore di una certa quantità assegnata».
Leibniz è considerato il precursore dell'Informatica, della neuroinformatica e del calcolo automatico; fu inventore di una calcolatrice meccanica detta Macchina di Leibniz; inoltre alcuni ambiti della sua filosofia aprirono numerosi spiragli sulla Dimensione dell'inconscio che solo nel XX secolo, con Sigmund Freud, si tenterà di esplorare.
Agli inizi dell'ottocento fu di rilevante importanza lo studio effettuato su bambini ritrovati allo stato selvaggio. In Francia J. Itard, sostenitore delle teorie empiriste lockiane, si fa affidare uno di questi bambini, considerato affetto da idiozia congenita. Itard pensa che è stata la privazione della civiltà a ridurlo così. Sotto le cure pazienti e meticolose del dottor itard, Victor (Il fanciullo selvaggio) impara i rudimenti del Linguaggio, ma non supera mai il livello di un bambino piccolo.
Gli studiosi hanno l'intento pratico di fare una Storia normativa dello sviluppo, fissare i criteri per stabilire se un bambino sta crescendo bene o no, ma soprattutto sono animati dal desiderio di trovar risposta a tradizionali questioni filosofiche. Partono dal presupposto che la mente infantile testimonia lo stato naturale dell'individuo, non ancora contaminato dalla Cultura. Analizzandola si possono capire i rapporti tra natura e Cultura e stabilire se per natura l'Uomo è buono o cattivo oppure se le idee sono tutte acquisite o ve ne sono di innate.
Nel ventennio tra il 1850 e il 1870 fisici, naturalisti, medici, fisiologi intensificano lo studio della psiche: si occupano di sensazioni, percezioni, attività intellettive, emozioni. Fino ad ora gli argomenti di interesse psicologico sono stati trattati dai filosofi. Quando cominciano a occuparsene scienziati, accade qualcosa di molto importante: scienze naturali e studio della mente si incontrano. Gli scienziati che si interessano ai fenomeni psichici lo fanno con la mentalità tipica delle scienze naturali e adottano i metodi empirici, esatti e sperimentali di queste scienze.
Il merito di aver fondato la psicologia come disciplina a sé stante, distinta dalle scienze naturali e dalla medicina, spetta a Wilhelm Wundt. Nel 1875 a Lipsia Wundt avvia il primo Laboratorio di psicologia. Da tutto il mondo a Lipsia affluiscono allievi e osservatori. Il Laboratorio di Wundt fa da modello per altri. Le ricerche vertono sulla fisiologia delle sensazioni e percezioni.
La società europea nella seconda metà dell'ottocento subisce profondi mutamenti. L'industrializzazione e la massiccia urbanizzazione dei centri maggiori dove le fabbriche nascono dividono pian piano la società in due classi: capitalisti e proletari.
E' crisi per la psiche dell'individuo, da un lato alienato dal Lavoro di Fabbrica, dall'altro dai processi produttivi. L'Uomo fonda la sua esistenza su falsi valori, valori che sta lentamente abbandonando per dare sfogo a quella parte creativa della sua mente che preme sempre più per emergere alla coscienza.
L'intellettuale di questi anni è disorientato. In Italia assistiamo al movimento degli scapigliati che rifacendosi al naturalismo francese, a Cavallo fra un positivismo in decadimento e un decadentismo in crescita, con i suoi eccessi è il simbolo della fine di una aristocrazia che non ha più spazi sociali per esistere. La mente dell'Artista cerca nuove formule, nuovi paradisi artificiali, mezzi diversi da rotaie e acciaio per evadere dalla realtà frenetica e nevrotica di fine ottocento.
E' un filosofo tedesco di nome Friedrich Wilhelm Nietzsche a denunciare questo processo di decadimento che egli chiama nichilismo. Egli profetizza un annullamento totale dei valori da dove solo l'Oltre-Uomo, un essere libero, che agirà non in base alle credenze imposte dalla morale tradizionale, troverà in se stesso le ragioni e le risorse per condurre la propria vita. Egli sarà anche libero dalle suggestioni metafisiche, che sacrificano questo mondo a un altro mondo, un paradiso Artificiale, un altro mondo creato dagli Uomini infelici e deboli. L'oltre Uomo dovrà essere, quindi, un Uomo che sa godere della terra, del corpo, della vita e delle sue gioie, senza farsi umiliare e frenare dal senso di colpa e dalla Voce della coscienza.
In questi anni, intellettuali come Gabriele D'Annunzio si avventurano nell'interpretazione della filosofia nietzschiana. Cercano un contatto panico con la terra, tendono al bello rendendo la loro vita una imitazione all'arte, imitano il Super-Uomo cantato da Zaratustra con gesta di nazionalismo folle. Agli inizi del novecento è come se ci trovassimo ad un bivio: artisti eccessivamente desiderosi di stare sul palcoscenico della vita; altri, come Giovanni Pascoli, nella loro infinita insicurezza, di godersi la tranquillità grigia della loro vita di piccoli borghesi. Siamo comunque di fronte a intellettuali con un denominatore comune: la realtà come simbolo di un mondo che sta oltre il reale. Il reale è colmo di simboli che solo la mente sensibile di un Artista può interpretare.
L'Ambiente Sociale e familiare borghese di inizio novecento è particolarmente severo e repressivo. Si diffondono malattie nervose che vengono curate con la medicina tradizionale. Le malattie nervose sono scarsamente considerate: non hanno un Riconoscimento specifico, ma vengono trattate come un ramo (minoritario) della medicina interna.
Indicativo è lo studio di un Ricercatore francese: Emile Durkheim. Egli da ricerche effettuate su dati d'Archivio ufficiali pubblica nel 1897 le sue conclusioni sul "suicidio". Secondo Durkheim i suicidi diventano più probabili quando i legami sociali si allentano e l'individuo, non più inserito in una rete Sociale, è in balìa di se stesso, perché non ha più la Guida morale della società. Durkheim parla di anomìa, che alla lettera significa assenza di norme, per indicare la condizione di chi è uscito dal tessuto Sociale e non ha più chiari riferimenti nella vita.
Negli stessi anni, a Vienna, al celebre n. 19 della Berggasse, un giovane medico inizia ad indagare il fenomeno dell'isteria; il suo nome è Sigmund Freud. Nel suo studio affluiscono pazienti da tutta Europa e studiosi da tutto il mondo. Freud si trova a Studiare le malattie psichiche più varie. Con le sue idee innovative suscita scandalo nella società conservatrice viennese. Per la medicina ufficiale le malattie psichiche hanno origine organica. Freud, però, prosegue per la sua strada e si convince sempre più che esistono nell'Uomo potenti processi psichici che possono restare nascosti alla ragione e alla coscienza. Freud è l'iniziatore di quella branca di Scienza che prende il nome di psicoanalisi.
Egli muove dal presupposto che non tutto ciò che accade nella mente è trasparente alla coscienza. C'è una parte della psiche, irrazionale, passionale, di cui normalmente non siamo consapevoli: l'inconscio. Il lato razionale e cosciente, il conscio, lotta con l'inconscio, dando forma a un «apparato psichico, un complesso strutturato di elementi che interagendo tra loro dànno vita alle dinamiche interiori dell'individuo. La sua concezione definitiva in proposito, maturata dopo il 1920, contempla tre componenti: Es, Io, Super-Io.
Freud fa risalire all'infanzia la causa delle nevrosi. Le pulsioni represse durante lo sviluppo psicosessuale del bambino sono la causa della malattia. Con la psicoanalisi egli trarrà dall'inconscio ricordi rimossi nell'infanzia e li porterà al conscio.
Anche Il maggiore esponente della Letteratura francese di inizio novecento, Marcel Proust, si avvale degli studi portati avanti da Freud. Nella sua opera monumentale "Alla ricerca del tempo perduto" egli appunto ritorna indietro nel tempo, in quella memoria custode di ricordi, alla ricerca di una identità pura, edenica, capace di fargli risolvere il disorientamento del tempo presente. Infatti, dopo i sei tomi di ricerche nel passato, nell'infanzia, il protagonista ritrova nel settimo volume il tempo, la sua vera identità.
Negli stessi anni, Giuseppe Ungaretti, immerso negli orrori di trincea della prima Guerra mondiale, scrive le poesie che confluiranno dopo nella raccolta "Il porto sepolto" in cui canta attraverso analogie e metafore la sua personale ricerca nelle profondità della mente. Se la «memoria» è il fardello dei ricordi personali e storici che l'Uomo porta con sé, e che lo collegano alla Dimensione contingente della vita, l'«innocenza» rappresenta la ricerca di una purezza edenica, la riconquista dell'identità perduta, che metta l'Uomo a contatto con la Dimensione originaria dell'essere.
In campo scientifico la sensibilità per l'infanzia, ora massicciamente diffusa nella società, induce filosofi, biologi, medici, pedagogisti a occuparsi della psicologia infantile. Ci si basa più che altro sull'osservazione, spesso condotta sui propri figli, con la stesura di biografie e diari infantili. E' questo lo studio portato avanti da Jean Piaget. Per capire il mondo mentale dei più piccoli, che non sono in grado di conversare, di ricevere istruzioni e rispondere alle interviste, egli si serve di osservazioni sistematiche sui suoi tre figli.
Piaget si dedica a Studiare il pensiero del bambino, individua i meccanismi di base e le linee principali dello sviluppo, descrive tappa dopo tappa l'evoluzione del pensiero dalla nascita all'adolescenza ed indaga aspetti specifici, come il concetto di permanenza degli oggetti, quello di conservazione della massa o del volume, la logica delle classificazioni, il ragionamento causale.
Per Piaget è decisiva l'autogenerazione, il fatto che il pensiero si costruisca da sé nel rapporto individuo-Ambiente. Attraverso i continui scambi quotidiani, la miriade di interazioni in cui la realtà influisce sull'individuo e l'individuo sulla realtà, la mente nasce, emerge dal biologico, ed evolve dai livelli più semplici ai più elevati.
Contemporaneamente a Piaget, uno studioso russo, Lev S. Vygotskij, scrive dello sviluppo della mente sostenendo la tesi opposta. Per Vygotskij lo sviluppo cognitivo dipende dal contesto storico-Sociale: è una conseguenza del fatto di vivere in società. Il bambino come prima cosa entra in rapporto con gli altri e l'Ambiente Sociale. L'esperienza di relazione e comunicazione che fa produce in lui la nascita della coscienza e del pensiero, delle attività psichiche superiori. Così il bambino compie un salto qualitativo, staccandosi dal livello di vita biologica degli animali inferiori. Diviene un essere Umano con ciò che ha di più tipico: l'Intelligenza, la consapevolezza di sé e le esperienze dell'umanità, anche quelle remote, depositate nella sua mente.
Si ripresenta in poche parole il dibattito tra "natura e Cultura". Quarantanni dopo Jerome Bruner rielaborerà le teorie di entrambi.
Bruner estenderà le teorie gestaltiche al pensiero e, in particolare, al processo di categorizzazione attraverso il quale la nostra mente dalla percezione di oggetti concreti arriva alla formulazione di concetti astratti. Come nel caso della percezione, emerge che anche nell'attività del pensiero, il soggetto interviene attivamente nella strutturazione della realtà, e che, anche a questo livello, sono presenti fattori (strategie, trucchi, modalità del ragionamento utilizzate per il perseguimento dei concetti), che sono chiaramente individuali, tanto da caratterizzare la distintività dei singoli soggetti. Gli individui hanno percezioni diverse di uno stesso dato e utilizzano strategie di pensiero diverse nell'Acquisizione, trasformazione ed uso delle informazioni e nei loro processi di categorizzazione.
Bruner negli anni sessanta quindi spiegherà concretamente il disorientamento Sociale del dopo Nietzsche, annichilimento di valori che caratterizza nella società una prevalenza della ragione formale o strumentale, che non si pone cioè il problema del fine dell'agire, ma è soltanto interessata ai mezzi. L'esistenza dell'Uomo, priva ormai dei valori tradizionali della morale e della religione, si rivela in preda all'«alta febbre del fare. La mente sotto i colpi dell'antimentalismo comportamentista diviene una scatola nera di cui non è possibile conoscere il funzionamento. L'Io viene frammentato fino a frantumarsi totalmente. Gli artisti di questo periodo cercano la perfezione in un mondo surreale, descritto, come suggeriscono le esperienze freudiane, attraverso forme alternative di Scrittura automatica e di Trascrizione dei sogni.
Lo Scrittore Italiano che incarna il malessere di questo periodo è Luigi Pirandello. La perdita di fiducia nella possibilità di sistemare il reale in precisi moduli d'ordine, il relativismo conoscitivo, il soggettivismo assoluto collegano Pirandello al Clima culturale europeo del primo Novecento in cui si consuma la crisi delle certezze positivistiche, della fiducia in una conoscenza oggettiva della realtà mediante gli strumenti della razionalità scientifica. Se la realtà è magmatica, in perpetuo divenire, essa non si può fissare in schemi e moduli d'ordine totalizzanti, onnicomprensivi. Ogni Immagine globale che pretenda di sistemarla organicamente non è che una proiezione soggettiva. Il reale è multiforme, polivalente, non esiste una prospettiva privilegiata da cui osservarlo; al contrario le prospettive possibili sono infinite e tutte equivalenti. Caratteristico della visione pirandelliana è dunque un radicale relativismo conoscitivo: non si da una verità oggettiva fissata a priori, una volta per tutte. Ognuno ha la sua verità, che nasce dal suo modo soggettivo di vedere le cose. Ne deriva un'inevitabile incomunicabilità fra gli Uomini: essi non possono intendersi, perché ciascuno fa riferimento alla realtà com'è per lui, e non sa né può sapere come sia per gli altri, proietta nelle parole che pronuncia il suo mondo soggettivo, che gli altri non possono indovinare. Questa incomunicabilità accresce il senso di solitudine dell'individuo che si scopre "nessuno", mette ulteriormente in crisi la possibilità di rapporti sociali e contribuisce a svelarne il Carattere convenzionale e fittizio.
Siamo negli anni in cui si manifestano i regimi totalitari che porteranno il mondo ad una seconda Guerra, gli anni in cui la Poesia diviene difficile e spesso oscura, contraddistinta da una forte Componente allusiva e analogica e da un’estrema Sintesi concettuale, gli anni in cui l'intellettuale è occupato a sviscerare i molteplici significati delle parole in cerca di rigidi canoni di bellezza e moralità, invece di accorgersi dei giganti che stanno ingabbiando la società.
Freud nel Libro "Psicologia delle masse e analisi dell'Io" del 1921 intuisce quello che di lì a poco sarebbe diventato un fenomeno drammatico dell'Europa nazista, cioè l'identificazione delle masse con il capo, e la formazione tra di essi di un legame di tipo "libidico". Tale legame per Freud riflette l'ambiguo rapporto dell'individuo con il padre, fatto di odio e di identificazione: esso implica una sorta di venerazione, susseguente al senso di colpa per l'invidia prima nutrita segretamente. Da questa situazione si genera una forte identificazione del gruppo che scatena, compatto, la propria aggressività verso gli altri, trasferendo (transfert) su un "nemico" esterno (gli ebrei) i propri feroci sensi di colpa.
All'inizio dell'inverno del 1925, lo stesso anno in cui Eugenio Montale pubblica la sua prima raccolta di versi "Ossi di seppia", in una Cella del carcere di Landsberg un giovane austriaco, detenuto per attività sovversive, passeggiando ininterrottamente, detta al suo compagno di Cella queste parole: "...l'idea nazionale razzista ammette il valore dell'umanità nelle sue originarie condizioni di razza. Concordemente con i suoi principi, essa riconosce nello Stato solo un mezzo per conseguire un fine, il fine del mantenimento dell'esistenza razziale degli Uomini. Quindi non ritiene vera l'eguaglianza delle razze, ma ammette che sono differenti, e che hanno un valore maggiore e minore, e da questa ammissione, si sente costretta a pretendere, conforme con l'eterna Volontà che domina l'Universo, la vittoria del migliore, del più forte, la sconfitta del peggiore, del più debole. E così rispetta l'idea di base della Natura, che è aristocratica e crede che questa Legge sia fondamentale anche per l'Uomo più umile. Essa non solo ammette un diverso valore delle razze, ma anche quello dei singoli. Mette in luce l'Uomo di valore, e agisce così da ordinatrice, di fronte al marxismo creatore del disordine."
La mente visionaria e allucinata che ha partorito queste parole è quella di Adolf Hitler. Dal suo "Mein Kampf" estraiamo alcuni passi significativi senza aggiungere alcun commento ai dettami della sua psiche.
"...la mente dei giovani, in generale, non deve essere oberata di nozioni che nella proporzione di 95 su 100 sono inutili per loro e che quindi essi non ricordano."
"La totale opera d'Istruzione e d'Educazione dello Stato nazionale deve trovare il suo culmine nell'inculcare nel cuore e nella mente della gioventù a lui consegnata, il significato e il sentimento di razza, adeguato all'istinto e al raziocinio. Nessun fanciullo, nessuna fanciulla, deve abbandonare la Scuola senza conoscere perfettamente l'essenza e la necessità della incontaminazione del sangue."
"E come, generalmente, la condizione preliminare della capacità di sviluppo spirituale si trova nelle facoltà di razza di un dato tipo Umano, così anche nell'Uomo si deve curare e rendere migliore la Salute del corpo. Perché lo spirito sano e forte si trova soltanto in un corpo sano e forte. Non nega ciò il fatto che talvolta i geni furono malati o magari infermi. Sono solo eccezioni che, confermano la regola. Ma, quando la moltitudine di un popolo è formata da degenerati, è insolito che da una tale situazione si distingua una grande Intelligenza. E anche se avvenisse, le sue opere non avrebbero buon esito."
"Perciò uno Stato nazionale deve cominciare dalla condizione preliminare che un individuo poco colto in campo scientifico, ma sano di corpo, di Carattere buono e forte, serenamente deciso e di volontà ferma, ha maggior valore per una comunità nazionale che un fragile, intelligente e ricercato."
"Per concludere, anche in questo caso deve esserci una ben stabilita armonia. Un corpo marcio non sarà affatto reso più bello da un'Intelligenza meravigliosa, anzi, il più elevato sviluppo fisico non sarebbe giustificabile, se contemporaneamente quelli che lo portano fossero difettosi, storpi, senza volontà, esitanti e vili. Quello che rende eterno l'ideale di bellezza greco è la splendida armonia di una radiosa bellezza Fisica con uno spirito ammirevole ed una anima pregiatissima."
Adolf Hitler giunge al potere a seguito di libere elezioni ottenendo dal Presidente Hindenburg la carica di Cancelliere il 30 gennaio 1933.
Il 6 marzo 1933 il Segretario di Stato del Ministero dell'Economia Bang scrive una lettera personale al Capo della Cancelleria del Reich Lammers suggerendogli di adottare alcune misure antiebraiche. Lammers, a sua volta, trasmette la lettera al Ministro degli Interni Frick aggiungendo la sua proposta di cacciare dalla Germania gli ebrei dell'Europa orientale di nazionalità straniera. Il meccanismo a lungo preparato si sta mettendo in moto. Il primo obiettivo consiste nel rendere judenfrei l'amministrazione dello Stato.
Con il Decreto del 7 aprile 1933 vengono licenziati tutti i funzionari pubblici di "ascendenza non ariana".
Hitler il 13 settembre 1935 dà ordine di preparare nel giro di due giorni la "Legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco".
La sera del 26 aprile 1937 l'aviazione militare tedesca bombarda una città spagnola: Guernica. E' semplicemente un esperimento. La furia distruttrice del primo bombardamento aereo della Storia si abbatte sulla popolazione Civile uccidendo soprattutto Donne e bambini. E' l'arte di Pablo Picasso a rappresentare in un pannello questo efferato massacro. Il pannello prende il nome della cittadina distrutta. Guernica si compone quindi di una serie di figure che, senza alcun riferimento allegorico, raccontano tutta la drammaticità di quanto è avvenuto. Picasso si riallaccia al pensiero filosofico di un tedesco rappresentante della Scuola di Francoforte: Herbert Marcuse. Marcuse afferma che l'arte esprime il desiderio Umano di liberazione. L'arte, a differenza della ragione che è repressione, è creatività non alienata.
Con l'avvento del nazismo Marcuse e il gruppo della Scuola di Francoforte sono costretti ad emigrare in America; così come i rappresentanti della Gestalt e molti altri intellettuali. Nel 1939 a Londra muore Freud mentre l'Europa è nuovamente teatro di Guerra.
Nella nostra analisi psicologica ci si può chiedere come Hitler e il suo programma totalitario sia riuscito ad ottenere un consenso così ampio. Ci riesce difficile credere che degli esseri umani compiano azioni così mostruose senza ribellarsi all'autorità dei superiori e del leader. Che cosa ha spinto gli ufficiali di Hitler e gli Uomini della Gestapo a portare avanti lo sterminio di milioni di Ebrei?
Dobbiamo partire dal presupposto (sconcertante) che chiunque, se vengono a crearsi le condizioni sociali adatte e se non è sufficientemente accorto, può trasformarsi in un esecutore del terrore. Un regime totalitario può fare di Uomini normali dei mostri.
Le ricerche sperimentali di psicologia Sociale suggeriscono che vari fattori possono influire sull'individuo inducendolo a diventare esecutore del terrore. È stato dimostrato che è difficile resistere alle richieste dell'autorità. È difficile in particolare se l'autorità ci incalza richiamandoci al dovere e se facciamo del male agli altri a distanza e per gradi.
Gli esecutori del terrore nazista finiscono per dar credito all'autorità e molti si giustificano ai propri occhi addossando la colpa alle vittime. Una volta che hanno agito contro la vittima, questi soggetti trovano necessario considerarla un individuo privo di valore la cui punizione è resa inevitabile dalle sue stesse carenze intellettive e caratteriali. Gli esecutori del terrore sono anche incoraggiati a obbedire all'autorità dal fatto che altri si comportano allo stesso modo. Agiscono all'interno di istituzioni create dal regime (polizie segrete, corpi militari, ecc.) e hanno un ruolo da svolgere. La posizione istituzionale che occupano è un forte elemento di pressione che li spinge a fare ciò che fanno.
Certo, si stenta a comprendere appieno l'atrocità dello sterminio poiché il suo orrore ci è estraneo, quasi incomprensibile. Possiamo immaginare a stento il campo di sterminio, possiamo solo elencare meccanicamente i punti del processo di disumanizzazione che viene attuato dai tedeschi. Vengono adottati provvedimenti inumani e assurdi per la nostra mentalità.
Il 1° settembre 1941 viene emanato il Decreto di polizia sulla identificazione degli ebrei. In forza di esso tutti gli ebrei tedeschi dai 6 anni in su vengono obbligati a portare in pubblico, cucita sugli abiti e ben visibile, una stella gialla con la scritta "ebreo" al suo interno.
Il 14 ottobre 1941 iniziano le deportazioni. Questa volta non c'è bisogno di alcun Decreto legislativo. I 160.000 ebrei tedeschi rimasti intrappolati in Germania cominciano ad essere deportati a bordo dei treni che partono verso i ghetti dell'Est.
Ma ciò non arresta l'inventiva che si può ben definire sadica del governo nazista.
Nel febbraio 1942 la Direzione nazionale per la sicurezza del Reich vieta agli ebrei l'abbonamento a riviste e giornali. Nel marzo 1942 viene fatto obbligo di contrassegnare le case con una stella gialla apposta sulle porte. In aprile viene vietato agli ebrei di servirsi di parrucchieri ariani, di usare i mezzi pubblici se non con permessi speciali per lunghi tragitti verso i luoghi di Lavoro coatto. In maggio scatta il divieto di possedere animali domestici. In giugno gli ebrei vengono obbligati a consegnare gli abiti di cui si "può fare a meno", gli strumenti ottici, gli apparecchi elettrici, le biciclette e le macchine per Scrivere. Viene anche vietato il possesso di dischi e grammofoni nonché di apparecchi radio. Vengono chiuse tutte le scuole ebraiche e ai bambini viene vietato di ricevere qualsiasi tipo di insegnamento. A luglio le comunità ebraiche devono consegnare tutti gli oggetti di valore.
Queste crudeltà psicologiche partorite da un sadismo sottile e spietato vengono attuate mentre si è nel pieno dello sterminio.
Al totalitarismo nazifascista gruppi di partigiani reagiscono formando movimenti clandestini di resistenza. Tra i partigiani italiani vi sono anche alcuni intellettuali che diverranno i maggiori scrittori del dopoguerra: Elio Vittorini, Italo Calvino, Cesare Pavese.
La resistenza ha un ruolo significativo in tutta Europa. Una figura che conta in questo teatro di morte è Jean Paul Sartre. Laureato in filosofia ha insegnato a lungo nei licei. Durante l'occupazione nazista della Francia prende attivamente parte alla Resistenza. Esistenzialista, ispirato da Heidegger, scrive che la coscienza è il nulla: è nulla in quanto possibilità di nullificare i dati di fatto e progettare sempre nuove situazioni. La coscienza dunque trascende la situazione di fatto in cui il soggetto si trova. Possiamo con queste poche parole darci una spiegazione filosofica su come la coscienza di un essere Umano riesca a resistere alla vita in un campo di concentramento? La progettualità della coscienza per l'esistenza di un Uomo è così forte da essere libera anche in un simile luogo di morte?
Per Sartre l'esistenza precede l'essenza. L'Uomo è, in base a ciò che egli fa. Adolf Hitler si suicida il 30 aprile 1945.
Nel dopoguerra il Clima intellettuale è mutato radicalmente: non è cambiata solo la psicologia, ma anche il modo di intendere i fatti mentali e la stessa concezione della Scienza. Nel nuovo Clima la visione comportamentista si è indebolita sempre più, fino a sgretolarsi, mentre lo studio scientifico dei processi mentali ha ripreso vigore. Si è arrivati così alla svolta cognitiva, la rivoluzione che ha visto la psicologia cognitiva diventare uno dei filoni di ricerca più significativi della Scienza contemporanea.
All'indomani della seconda Guerra mondiale sono nate due discipline scientifiche che, pur appartenendo a un settore lontano dalla psicologia, hanno contribuito in modo decisivo a demolire l'antimentalismo e a gettare le basi per lo studio scientifico della mente: la teoria dell'Informazione e la cibernetica.
La teoria dell'Informazione analizza da un punto di Vista matematico le comunicazioni di qualsiasi tipo, che si tratti di inviare suoni per Telefono o immagini e testi mediante un fax. La cibernetica si occupa invece dei sistemi che si autoregolano per raggiungere determinati scopi, che si tratti di macchine, di organismi viventi o di organizzazioni sociali.
Le ricerche degli ultimi decenni indicano che nella nostra mente le conoscenze possono essere rappresentate in due modi: sotto forma di proposizioni mentali o rappresentazioni basate sul significato e sotto forma di immagini mentali o rappresentazioni basate sulla percezione- Si tratta di formati molto diversi tra loro, che appartengono ai due tipi fondamentali di formati che si conoscono e che si incontrano anche al di fuori della mente: il Digitale e l'analogico.
I due tipi di dati vengono conservati nella nostra memoria. Noi abbiamo più tipi di memoria che utilizziamo a seconda delle nostre esigenze. Tutti noi facciamo esperienza di una memoria che dura poco e che serve a tenere a mente le cose sul momento e di una memoria che ci permette invece di richiamare alla mente esperienze anche di parecchio tempo prima.
Le ricerche della seconda metà del '900 hanno confermato l'esistenza di questi due tipi di memoria, che attualmente si chiamano memoria a breve termine o MBT e memoria a lungo termine o MLT. Hanno mostrato anche che la memoria a lungo termine comprende a sua volta vari sottotipi adoperati per scopi diversi e che funzionano in parte diversamente. Gli studi più recenti hanno individuato poi un terzo tipo fondamentale di memoria, di durata ultrabreve, più breve della MBT, di cui non ci rendiamo conto, perché è inconscia: la memoria sensoriale o MS.
Parlando di memoria ci stiamo avvicinando al meccanismo fisico che permette tutto questo, la struttura da dove infinite "formae mentis" nascono e si sviluppano: il cervello e il sistema nervoso.
Soffermiamoci un attimo sul cervello che insieme al midollo spinale costituiscono il nostro sistema nervoso centrale. A livello microscopico il sistema nervoso centrale è un'intricatissima rete fatta di neuroni, le cellule del tessuto nervoso. Un neurone tipo ha una parte centrale (il corpo cellulare) dal quale partono un lungo prolungamento lineare (l'assone) e vari prolungamenti ramificati, simili ad alberi (i dendriti). La rete viene a crearsi perché i prolungamenti di un neurone entrano in contatto con i corpi cellulari e con i prolungamenti di altri neuroni. I contatti, detti sinàpsi, si presentano come bottoncini e sono caratterizzati dal fatto che le due cellule non si toccano, ma restano divise da un intervallo infinitesimo (trentamila volte più piccolo di un millimetro).
Da tempo gli scienziati neurologici ritengono che una ipotetica linea divida i due emisferi - destro e sinistro - del nostro cervello. Negli ultimi dieci anni, grazie soprattutto all'avanzamento delle tecniche di MRI (Magnetic Resonance Imaging), i ricercatori hanno cominciato a identificare con maggiore precisione le funzionalità delle differenti aree cerebrali. Scoprendo come in effetti l'emisfero sinistro sia funzionale al pensiero sequenziale e analitico, mentre il destro a quello emotivo e sintetico. I due emisferi lavorano in concerto per permettere tutte le nostre attuali capacità cognitive. Lo studio della struttura cerebrale finora ha portato alla conclusione che i due emisferi abbiano caratteristiche specifiche seppur complementari. In molti ritengono che le capacità analitiche lineari dell'emisfero sinistro, associate alla logica, all'apprendimento, al Lavoro, agli affari, emerse in particolare insieme ai lavoratori cognitivi dell'era Informatica, siano destinate ad essere soppiantate da quelle dell'emisfero destro.
Per concludere il nostro viaggio nei misteri della mente umana è doveroso accennare allo sforzo dell'Uomo di riprodurre gli schemi e i processi della nostra mente. Come abbiamo già scritto, dopo la seconda Guerra mondiale nascono due nuove discipline scientifiche: la cibernetica e la teoria dell'Informazione. Nascono anche i primi Computer che strutturalmente hanno due componenti funzionali affinché una Intelligenza si sviluppi: una memoria e un esecutore di istruzioni. Il passo è breve: nascono i primi esperimenti di Intelligenza Artificiale.
Un'Intelligenza Artificiale è un Computer con caratteristiche particolari. Un Computer è una macchina formata da una memoria, dove vengono archiviate le informazioni utilizzabili, da sistemi periferici, mediante i quali il Computer comunica con l'esterno ricevendo input e inviando output, e da un'unità centrale di processamento, che lavora sia sulle informazioni della memoria, sia su quelle in entrata e in uscita e controlla il funzionamento del tutto. Memoria, sistemi periferici e CPU non funzionano da soli: c'è bisogno che il Computer sia programmato, cioè che riceva una serie di istruzioni in un Linguaggio appropriato.
Cos'è dunque, in specifico, una Intelligenza Artificiale? L'Intelligenza Artificiale è costituita dal Software, cioè programmi, schemi, funzioni e procedure, serie di istruzioni in grado di elaborare gli input e capaci di restituire un output sensato. Lo sforzo di studiosi e ricercatori è duplice: riprodurre il più fedelmente possibile il funzionamento della mente umana; capire dalle innumerevoli simulazioni artificiali come la mente umana funziona. Una Intelligenza Artificiale dunque serve a delegare alle macchine compiti particolarmente impegnativi ed onerosi per l'essere Umano e, dall'altro lato, a far scoprire all'Uomo il mistero della psiche.
Alcune delle fantastiche visioni di Giulio Verne sono oramai realtà. Assistiamo di giorno in giorno al progresso tecnologico e scientifico mentre la Letteratura fantascientifica ci descrive futuribili verità del nostro universo. E' la mente dell'Uomo a pensare nuove tecnologie in Vista di un possibile futuro o il nostro futuro sarà creato dalla Tecnologia che produciamo? Nel futuro del nostro mondo verrà il giorno in cui una Intelligenza Artificiale si sveglierà e si chiederà: "Io penso, dunque sono"?