DiGrande.it

Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa

Questo sito usa Cookie per personalizzare contenuti e annunci, fornire funzionalità per social media e analizzare i collegamenti. Chiudendo questo banner o continuando la navigazione acconsenti al loro uso.
Leggi la Cookie Policy di DiGrande.it

Il 5 Marzo 1971 all'Istituto David Chiossone di Genova

Pubblicato il 05/03/2021 21:30 
 

Nel pomeriggio del 5 marzo 1971, 50 anni or sono, nella portineria dell'Istituto David Chiossone di genova, gli studenti ciechi in lotta contro l'organizzazione segregante dell'istituzione e per rivendicare migliori condizioni immediate di esistenza, convocavano un'assemblea aperta, alla quale erano stati invitati studenti esterni, nonché convittori dell'Istituto Cavazza di Bologna anch'essi in lotta.

L'assemblea, fu interrotta dall'irruzione della polizia chiamata dalla dirigenza e i partecipanti, per continuarne i lavori, furono costretti a traslocare, trovando ospitalità presso la federazione provinciale del Pci epoterono rientrare in tarda serata grazie ai buoni uffici dell'onorevole Giorgio Bini che li riaccompagnò, trattandone il Rientro senza ritorsioni punitive col direttore.

Questo episodio, impresse una determinante accelerazione al movimento antiistituzionale genovese, che già nell'estate successiva, vide il pieno coinvolgimento dei consigli di Fabbrica nella lotta degli studenti del Chiossone, espulsi dall'Istituto che si concluse con la vittoria del movimento.

Non tutto andò nel verso previsto dai partecipanti alla lotta, tuttavia i risultati odierni, non certo trascurabili, sono sotto gli occhi di tutti. Non resta dunque che proseguire lungo la strada allora tracciata.

Oggi, alcuni di coloro che allora furono studenti e convittori, dirigono l'Istituto che, superata la fase istituzionalizzante custodialistica, funzione quale erogatore di servizi riabilitativi e in supporto all'integrazione degli alunni ciechi e ipovedenti nella Scuola di tutti.

Certo non mancano criticità e contraddizioni, determinate in buona misura dalle condizioni socioeconomiche generali, ma i fondamentali che guidano gli attuali amministratori continuano ad essere quelli che animarono la lotta del 71: operare affinché i disabili, e in questo caso quelli visivi, camminino nella società come persone storicamente determinate al di là di visioni categoriali e corporative.