Disabilità e marginalizzazione sui posti di lavoro - Capitolo 8
Donato Taddei Aggiornato il 05/03/2024 08:00Riporto un articolo di stampa di una non vedente che aveva impugnato la sua promozione fittizia reclamando invece una funzione produttiva nell'amministrazione dove lavorava. Viene da me proposto, insieme ad altre considerazioni, come contributo al gruppo di Lavoro Aipa, sempre via e-mail.
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In preparazione della riunione del 27 settembre mi permetto tediare i partecipanti con alcuni spunti di riflessione e una Storia, rimbalzata sulla stampa.
Nell'audizione del 7 luglio presso l'AIPA il Dott. Gulminelli dell'ASPHI sottolineava l'esigenza di un piano di riqualificazione e Addestramento all'uso delle tecnologie informatiche e degli ausili da parte dei circa 100.000 dipendenti pubblici assunti con le leggi sul collocamento delle categorie protette. Si può ritenere che circa il 25% di essi sia affetto da disabilità, come dire 25.000 persone. Il ritardo e il disorientamento con cui le amministrazioni hanno messo a disposizione di costoro le tecnologie informatiche, li hanno di fatto relegato nella marginalità, impedendone un utilizzo produttivo. Dunque il piano di aggiornamento e riqualificazione Informatica dei dipendenti pubblici dovrebbe prevedere per queste categorie un quoziente di ore-corso doppio rispetto al personale normodotato: 30 ore per imparare ad utilizzare gli ausili specifici, 30 ore per imparare ciò che imparano i colleghi normodotati dell'ufficio.
In secondo luogo vanno analizzate e rimosse situazioni paradossali e/o pantagrueliche come riportato più avanti, riprendendo un post di John Fischetti sul newsgroup it.comp.accessibilita.ciechi, della primavera scorsa, tratto da un articolo di stampa, che propongo alla riflessione collettiva.
Forse a molti di voi parrà strano ma, quando l'ho letto io ho avuto la sensazione del "deja-vu": devo infatti quasi tutto alla sensibilità del Dott. Crecco, Direttore Centrale dei Sistemi informatici e telecomunicazioni INPS se ho trovato un posto produttivo nel mio Lavoro: una cronistoria delle difficoltà che ho personalmente incontrato in questo campo fu oggetto di vari articoli a mia firma sui newsgroups italiani fin dal 1998 dal titolo: Disabilità e free Software: una scommessa da vincere!
Quindi bisognerebbe innanzitutto fare una ricognizione per accertare il numero effettivo di disabili in forza nella P.A., rilevandone anche le mansioni svolte, il livello culturale, le tecnologie e gli ausili informatici da essi utilizzate, i Soldi spesi finora per attrezzare postazioni di Lavoro ad essi attagliate, limiti e pregi delle soluzioni adottate.
A titolo di esempio riporto un caso da verificare, di cui sono venuto a conoscenza in INPS: uno o piu centralinisti non vedenti si può trovare nella situazione di avere un Computer, un sistema operativo Windows, una Sintesi Vocale; solo che la Sintesi Vocale funziona solo nella applicazione della rubrica telefonica: va bene quindi per il Lavoro di routine ma gli è precluso altrimenti l'uso del Computer e la connessione in intranet, con le evidenti ripercussioni sulla sua capacità di informarsi, di servirsi del mezzo.
Dicendo questo Non credo di screditare l'ente per cui Lavoro: quando si comincia ad avere coscienza di un problema può essere già il primo passo per la sua soluzione, laddove nasconderlo o ignorarlo vuol dire solo rinviarla.
Del resto situazioni più o meno anomale e/o paradossali sono abbastanza diffuse anche nel settore privato.
Mi scuso di aver anticipato i miei contributi alla riunione ma, stante la mia scarsa attitudine a parlare in pubblico, il mezzo e-mail mi è più congeniale.
Distinti saluti
Donato Taddei
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From: fischetti@iol.it (John Fischetti)
Newsgroups: it.comp.accessibilita.ciechi,it.Sociale.Handicap
Subject: voglio lavorare
Date: Tue, 11 Apr 2000 01:11:57 GMT
Xref: news.pantheon.it it.comp.accessibilita.ciechi:586 it.Sociale.Handicap:10792
Ricevo da Roby Margutti, robymargutty@tiscalinet.it
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Tratto da "La Repubblica" del 10 aprile 2000
Reggio Calabria, la denuncia di Angela Malavenda dipendente regionale stanca di essere emarginata
È cieca, È assunta da 14 anni "Ora basta, voglio lavorare"
L'ultima goccia: avevano deciso di promuoverla "Ma perché? Avevo chiesto solo un Computer"
REGGIO CALABRIA - Angela ha 43 anni, a 23 era laureata in Giurisprudenza. A 26 faceva la sua prima battaglia: un ricorso al Consiglio superiore della magistratura. Voleva diventare giudice, ma non poteva sostenere la prova perché i documenti non erano tradotti nel Linguaggio "Braille". Angela Malavenda è cieca. Adesso che di anni ne ha 43 e ha due figli, le battaglie non sono finite: vuole che la Regione Calabria dove è stata assunta 14 anni fa la faccia lavorare. È stufa di essere "umiliata", dice nella lettera che ha mandato ad un'agenzia di stampa. Stufa di timbrare il cartellino senza aver nulla di cui occuparsi.
Perché la denuncia arriva dopo tutto questo tempo? "La goccia che ha fatto traboccare il vaso - spiega il marito, Mario Santostefano, che l'ha convinta a rivolgersi ai giornali - sono state le promozioni. La Regione ha deciso di promuovere 1.500 persone al ruolo di dirigenti. Tra questi c'era anche il nome di mia moglie. Promossa senza aver mai avuto la possibilità di dimostrare quanto vale".
Angela Malavenda questo non lo poteva sopportare. E ha deciso di reagire. Come quando, tempo fa, era andata alla trasmissione televisiva "Maurizio Costanzo show" a denunciare le discriminazioni contro i non vedenti. Troppe volte aveva dovuto mandare giù -. Per otto anni non ha avuto neanche una sede di Lavoro. "Ero costretta - racconta - a firmare la presenza senza poter svolgere alcuna attività. Anzi ero costretta a tornare a casa non avendo la possibilità logistica di rimanere in ufficio".
Nel 1994 è stata destinata a un ufficio che si occupa dei corsi di Formazione. Ma il dirigente, dice Malavenda, non le avrebbe consentito di esercitare l'attività di Insegnante. "A Roma facevo l'assistente volontaria alla Sapienza dove tenevo regolari lezioni, ai corsi di Formazione della Regione no".
"Il fatto di essere inoperosa - prosegue - generava in me una sensazione di impotenza. Essendo la sede di Lavoro lontana dalla mia abitazione, decisi quantomeno di sfruttare la Legge che consente ai portatori di Handicap di avere un posto di Lavoro nella sede più vicina alla propria residenza. Nel 1994 ho chiesto il trasferimento e l'ho ottenuto nel 1999 grazie all'interessamento dell'assessore al personale Aurelio Chizzoniti". È arrivata la scrivania, ma non un Computer adatto alle sue esigenze e quindi neanche il Lavoro.
"Quando mi sono presentata per prendere servizio - racconta la Donna - l'allora dirigente agli affari generali mi ha detto chiaramente che in quell'ufficio non servivo. Forte del fatto che Chizzoniti aveva preso la mia causa a cuore, nel maggio 1999 ho chiesto al suo segretario di poter disporre di un Computer e di un Lavoro. Dopo qualche giorno seppi che il mio nome era già nell'elenco dei prossimi dirigenti facenti funzioni e che il Computer era già stato commissionato".
A questo punto Angela è crollata. "Tutto ciò ha generato in me una rabbia fortissima. Non solo perché non ho chiesto di essere nominata dirigente, ma perché non avendo lavorato (pur avendolo chiesto ripetutamente) non potrò mai avere i requisiti giusti per un aumento di carriera. Non per colpa mia, ma perché la Regione ha deciso che per una non vedente è assurdo laurearsi, tanto può fare al massimo la centralinista".
(10 aprile 2000)