Braille ed Emoji: Un Nuovo Codice Globale per la Comunicazione Emozionale
Giuseppe Di Grande Aggiornato il 17/01/2025 08:00L'integrazione delle emoji nella Scrittura quotidiana ha trasformato profondamente la comunicazione Digitale, portando emozioni, idee e concetti a essere espressi anche in modo visivo e conciso. Per le persone con disabilità visiva che si avvalgono del Braille, tuttavia, questa evoluzione pone una sfida di elevata complessità. Il Braille, sistema Tattile di Lettura e Scrittura, rappresenta una risorsa fondamentale per l'accesso all'Informazione, ma la rappresentazione delle emoji in questo sistema non è priva di difficoltà. Le emoji, infatti, non si limitano a lettere o numeri ma sono simboli complessi che, a causa della loro Natura visiva e polisemica, richiedono un approccio diverso per essere tradotte efficacemente in Braille.
COSA SONO LE EMOJI
Le emoji, piccole icone pittografiche che appaiono sullo Schermo dei nostri dispositivi, nell'era Digitale sono diventate il Linguaggio universale delle emozioni e delle idee. Nacquero alla fine degli anni novanta dall'operatore telefonico giapponese J-Phone[1] per arricchire le comunicazioni con simboli che evocassero sentimenti e concetti senza l'uso delle parole. Oggi, da semplici cuoricini e faccine, si sono evolute in un vasto repertorio di immagini che abbracciano culture, identità e oggetti di ogni giorno. šŗ
Grazie al sistema Unicode, uno standard internazionale che assegna un codice univoco a ogni Carattere e simbolo, le emoji sono riconosciute e utilizzabili su qualsiasi dispositivo, indipendentemente dal produttore o dal sistema operativo. Oggi esistono oltre 3.600 emoji[2] (ogni anno ne escono di nuove), un pantheon Digitale in continua espansione che cattura la varietà dell'esperienza umana, dai sorrisi ai tramonti, dalla pizza alla bandiera dell'inclusività, arricchendo ogni messaggio con un tocco di Colore e sentimento. š
IL Braille E LE EMOJI
Il Braille, sistema di Lettura e Scrittura Tattile ideato da Louis Braille, rappresenta lettere, numeri e simboli attraverso combinazioni di sei punti in Rilievo disposti in una Cella. Grazie alla codifica standardizzata di Unicode, il Braille è diventato visualizzabile anche nei contesti digitali, garantendo una rappresentazione univoca su dispositivi e applicazioni. ā æ
La rappresentazione delle emoji in Braille presenta diverse complessità. Le emoji non sono semplici caratteri alfabetici, ma simboli che trasmettono emozioni, concetti e riferimenti culturali spesso complessi, il cui significato può variare in base al contesto.
L'alfabeto rappresenta un sistema di Scrittura basato su un insieme di caratteri distinti, in cui ciascuna lettera, pur derivando negli antichi sistemi di Scrittura da una rappresentazione Grafica e simbolica, acquisisce un significato solo quando inserita all'interno di un contesto più ampio, quale una parola o una frase. In questo sistema, l'elemento centrale è l'alfabeto stesso, non la percezione visiva o Tattile dei singoli caratteri. Pertanto, la Traduzione di un Carattere visivo in uno Tattile può avvenire in modo relativamente semplice, senza la perdita o la distorsione dell'Informazione originale.
La situazione cambia radicalmente nel caso delle emoji, poiché al centro di questo sistema non si trova un semplice simbolo alfanumerico, ma un'Immagine visiva. Le emoji sono pittogrammi che rappresentano oggetti, emozioni e concetti visivi, la cui comprensione è strettamente legata alla loro Dimensione visiva. Di conseguenza, la trasposizione di un'emoji in un formato Tattile non equivale a una āsempliceā Conversione, poiché la sua comprensione dipende dall'interpretazione immediata e visiva dell'Immagine, aspetto che non può essere facilmente replicato in Braille senza una perdita o un cambiamento dell'Informazione.
Oggi sappiamo che gli screen reader leggono le emoji utilizzando un'etichetta testuale, traducendo i pittogrammi degli emoji in parole. Se per la Sintesi Vocale descrivere un'emoji può sembrare relativamente semplice, pur trasformando i pittogrammi in descrizioni testuali e veicolandoli attraverso la Voce, la rappresentazione delle emoji in Braille risulta invece ancora più complessa.
Uno dei problemi risiede nella Traduzione di queste immagini visive in combinazioni tattili. Una Cella Braille, con le sue sei posizioni disponibili, offre uno spazio codificabile limitato rispetto alla ricchezza visiva e semantica di molte emoji. Inoltre, molte emoji includono variazioni di Colore, dettagli espressivi o combinazioni di simboli che amplificano ulteriormente la complessità della rappresentazione. La varietà delle oltre 3.600 emoji attualmente disponibili pone inoltre un problema di spazio nella memoria cognitiva degli utenti, che devono poter distinguere e Riconoscere rapidamente ogni simbolo.
DIFFERENZE TRA Vista, Udito E Tatto
Vista, Udito e Tatto sono tre sensi che, pur condividendo il loro obiettivo di percepire e interpretare il mondo circostante, operano in modi profondamente diversi. La Vista è, senza dubbio, il canale più immediato e potente per comprendere il significato di molte cose, comprese le emoji. Quando guardiamo un'emoji, soprattutto quelle che rappresentano emozioni o sentimenti, il significato ci arriva in modo istantaneo, senza necessità di interpretazioni complesse.
La visione di un'emoji coinvolge diverse aree del cervello, sia a livello conscio che inconscio, in quanto queste immagini stimolano risposte emotive, cognitive e visive. Sebbene le emoji siano rappresentazioni visive, la loro funzione principale è evocare risposte emotive rapide e automatiche. Questo avviene attraverso la connessione tra il simbolo visivo e l'elaborazione emotiva, stimolando reazioni inconscie che possono influenzare il nostro stato d'animo senza necessità di un'elaborazione cognitiva complessa.
L'Udito, pur essendo un canale anch'esso diretto, presenta delle differenze. Ascoltare la descrizione di un'emoji non è altrettanto immediato come guardarla. Per esempio, un'emozione espressa attraverso un'emoji potrebbe essere facilmente riconosciuta visivamente grazie a lineamenti facciali o simboli universali, ma tradurre quella stessa emozione in parole richiede una buona dose di accuratezza e interpretazione. È possibile che una descrizione orale non trasmetta la stessa intensità e chiarezza visiva, perché il Linguaggio verbale non può ricreare il simbolo visivo immediato con la stessa efficienza, soprattutto quando è un Sintetizzatore Vocale a pronunciarne le parole.
La trasformazione delle emoji per il senso del Tatto presenta notevoli complessità. Sebbene il Tatto sia indispensabile in molti ambiti, come la Lettura del Braille, incontra rilevanti difficoltà nel riprodurre efficacemente contenuti che si basano fortemente sulla Componente visiva, come le emoji. Mentre la Lettura Tattile eccelle col Braille nel trasmettere informazioni testuali, la percezione di emozioni o concetti veicolati attraverso forme visive non raggiunge lo stesso grado di immediatezza e comprensione fornito dalla Vista. Il Tatto, infatti, risulta meno efficace nel rappresentare dettagli visivi complessi, come le espressioni facciali o la disposizione simbolica delle emoji, soprattutto in considerazione della percezione limitata dei polpastrelli all'interno dello spazio Tattile di una Cella. Perciò, pur rimanendo uno strumento fondamentale, il Tatto impone compromessi quando si cerca di trasmettere, attraverso il Braille, una comprensione rapida e precisa del significato emotivo e simbolico di un'emoji.
UN SISTEMA GLOBALE PER CODIFICARE LE EMOJI
La rappresentazione delle emoji in Braille non è solo una questione Tecnica, ma un tema che intreccia aspetti culturali, linguistici e di accessibilità universale. Le emoji, divenute parte integrante della comunicazione moderna, appaiono nei messaggi personali, sui social media e persino in documenti ufficiali. Tuttavia, per le persone con disabilità visiva, manca ancora un sistema standardizzato che consenta una rappresentazione Braille efficace e universalmente riconosciuta di questi simboli.
La creazione di un tale sistema non riguarda solo la Tecnologia, ma richiede anche un coordinamento internazionale che affronti complesse sfide politiche e organizzative. È necessario sviluppare un Linguaggio comune che rifletta la diversità delle culture e delle lingue, garantendo al contempo l'inclusività e la praticità per l'uso Quotidiano.
Per offrire una soluzione alla problematica, si potrebbero ipotizzare diverse strategie, ognuna con specifici vantaggi e svantaggi. Ad esempio, i lettori di Schermo cercano di fornire rappresentazioni che, pur essendo semplici nella Tecnica, si rivelano inefficaci nella pratica. Alcuni propongono di rappresentare le emoji tramite una griglia di nove punti, senza tuttavia considerare che un sistema Tattile, come il Braille, deve possedere una caratteristica fondamentale: la facilità di Scrittura e riproduzione.
Unāopzione sarebbe lāutilizzo di descrizioni testuali tradotte in Braille, seguendo un principio simile a quello adottato dalle Sintesi vocali. Sebbene sia facilmente ottenibile anche con le tecnologie odierne, questa soluzione comporterebbe unāestensione significativa della lunghezza dei messaggi, rendendo la Lettura più lenta e meno immediata.
Unāaltra possibilità sarebbe quella di codificare i numeri univoci assegnati alle emoji, rappresentandoli direttamente in Braille. Questo approccio, sebbene tecnicamente praticabile, rischierebbe di risultare poco intuitivo per il lettore, imponendo un carico cognitivo elevato per memorizzare e associare ogni codice al corrispondente significato visivo.
Una terza opzione potrebbe consistere nella creazione di un sistema di abbreviazioni o simboli tattili specifici per le emoji. Questo Metodo richiederebbe, però, lāadozione di uno standard universale che garantisca coerenza e riconoscibilità su scala globale. Tale standard dovrebbe essere sviluppato attraverso la collaborazione tra esperti di tecnologie assistive, linguisti e rappresentanti braillisti delle persone con disabilità visiva, al fine di garantire un equilibrio tra comprensibilità, efficienza e inclusività.
La questione della riproduzione delle emoji in Braille è una sfida complessa, che richiede un approccio analitico e rigoroso. Per affrontarla, è indispensabile condurre unāesplorazione approfondita delle problematiche e delle opportunità offerte dall'Unione dei campi coinvolti, consapevoli che ogni soluzione comporta inevitabilmente dei compromessi. Soltanto attraverso una comprensione chiara e dettagliata delle difficoltà intrinseche e delle possibilità tecniche si può arrivare a proporre un Metodo efficace e Accessibile per integrare le emoji nel sistema Braille.
UNA PROPOSTA
Le emoji, per la loro Natura visiva e polisemica, necessitano di un approccio strutturato per essere rappresentate in Braille in modo chiaro e funzionale. Per sviluppare una soluzione robusta ed efficace, è essenziale partire da un'analisi approfondita del problema, tenendo conto dei seguenti punti:
- Esistono oltre 3600 emoji, con nuove aggiunte ogni anno, un numero in continua crescita che complica la standardizzazione.
- Le emoji possono essere organizzate in famiglie tematiche, ognuna delle quali rappresenta aspetti diversi della realtà o delle emozioni.
- Nonostante l'ampia varietà, più dell'82% delle persone utilizza regolarmente solo un centinaio di emoji, concentrandosi su un insieme limitato di simboli.
- Il Braille, con i suoi sistemi a 6 o 8 punti, sia nella versione tradizionale che Informatica, permette una struttura multicella che può estendere la Scrittura per rappresentare simboli complessi come le emoji.
- Il Braille già utilizza attivatori, ossia simboli aggiuntivi che modificano il significato delle celle esistenti, come avviene per indicare maiuscole o numeri. Questo principio potrebbe essere adattato per integrare anche la rappresentazione delle emoji.
Il primo passo per affrontare la rappresentazione delle emoji in Braille potrebbe consistere nella loro categorizzazione, organizzandole secondo le famiglie più comuni e frequenti, in modo da riflettere la loro funzione semantica e simbolica. Questo approccio permetterebbe di suddividere le emoji maggiormente utilizzate in gruppi significativi, semplificando il processo di standardizzazione. A ciascuna categoria verrebbero poi associate le emoji più popolari, identificate attraverso un'accurata indagine globale. Un'iniziativa di questa portata richiederebbe la collaborazione dei principali attori internazionali del settore, come il Consorzio Unicode e aziende leader nella Tecnologia, tra cui Microsoft, Apple e Google, per garantire una soluzione condivisa e universalmente accettata.
UNA STRUTTURA Braille PER LE EMOJI
La mia proposta è di rappresentare le emoji in Braille utilizzando esclusivamente tre celle. Infatti, utilizzando una struttura basata su tre celle Braille, si potrebbe implementare un sistema codificato in cui la prima Cella agisca da prefisso introduttivo per indicare che si tratta di un'emoji, la seconda Cella rappresenti la categoria di appartenenza e la terza identifichi il simbolo specifico all'interno di quella famiglia. Vediamo questa regola in dettaglio:
- La prima Cella rappresenterebbe l'attivatore, un segnale univoco concepito per informare il lettore che le due celle successive identificano una specifica emoji. Questo attivatore sarebbe progettato per essere compatibile con le codifiche Braille esistenti, utilizzando celle non ancora impiegate o univocamente interpretabili. Al fine di rispettare le diversità linguistiche e tecniche a livello internazionale, la scelta dell'attivatore potrebbe essere personalizzata dalle authority locali, adattandosi alle specifiche esigenze delle rispettive codifiche Braille. Questo approccio garantirebbe flessibilità e coerenza all'interno del sistema globale, senza compromettere l'universalità della proposta.
- La seconda Cella sarebbe dedicata all'identificazione della famiglia di emoji, selezionando con attenzione i punti da assegnare a ciascuna categoria. La codifica dovrebbe seguire una regola chiara e sistematica che permetta di comunicare non solo la famiglia di appartenenza, ma anche informazioni aggiuntive, come il Carattere positivo o negativo del contenuto o la tematica specifica. È essenziale limitare il numero di famiglie, garantendo un equilibrio tra rappresentatività e semplicità, per evitare di sovraccaricare il lettore con un eccessivo carico cognitivo durante l'apprendimento e l'interpretazione del sistema. Questa Cella, in combinazione con la terza, assumerebbe un Carattere universale, condiviso da tutte le codifiche Braille a livello globale. Tale approccio rispecchierebbe il modello adottato da Unicode, che ha standardizzato la rappresentazione Digitale dei caratteri, garantendo coerenza e interoperabilità tra lingue e sistemi. L'adozione di un sistema universale per queste due celle rafforzerebbe l'uniformità del Braille a livello internazionale, favorendo l'accessibilità e l'inclusività nella rappresentazione delle emoji per i lettori di ogni parte del mondo.
- Infine, la terza Cella sarebbe dedicata all'identificazione specifica dell'emoji all'interno di una determinata famiglia. Questo schema consentirebbe di rappresentare fino a 63 emoji per ciascuna categoria nel Braille a 6 punti e fino a 255 emoji nel Braille a 8 punti. Considerando che attualmente le emoji più utilizzate sono circa 100, sarebbe strategico attribuire ai punti alti della Cella le emoji di uso più frequente, garantendo una Lettura più rapida e intuitiva. Questa ottimizzazione favorirebbe sia l'efficienza del sistema sia una più immediata fruibilità da parte dei lettori, rispettando le priorità di utilizzo reale.
Questo approccio garantisce chiarezza e coerenza, facilitando la Lettura Tattile senza sovraccaricare la memoria dell'utente. Ad esempio, una faccina sorridente potrebbe essere rappresentata con una prima Cella che introduce il concetto di emoji, una seconda che identifica la categoria "volti ed emozioni" e una terza che specifica il simbolo del sorriso. La categorizzazione riduce l'ambiguità e permette di codificare un vasto numero di simboli in modo scalabile e sistematico, promuovendo l'accessibilità e l'inclusività per gli utenti che utilizzano il Braille.
CONCLUSIONE
In qualità di autore e sviluppatore di Biblos, il Software ampiamente utilizzato in Italia per la stampa in Braille e in misura minore nel resto del mondo, ritengo di avere la possibilità di contribuire allo sviluppo di una codifica per le emoji, basandomi anche sulla proposta che ho avanzato. Potrei infatti riunire una commissione di esperti del settore, coinvolgendo professionisti capaci di discutere e trovare una soluzione condivisa. Tuttavia, il mio pensiero si orienta verso un Riconoscimento ufficiale che solo le autorità nazionali e internazionali competenti possono conferire. Le emoji sono ormai una realtà consolidata a livello globale e, sebbene io possa contribuire in maniera propositiva e responsabile al dibattito e alla diffusione, l'adozione di una standardizzazione Braille āde factoā da parte di singole entità sarebbe un processo lungo, complesso e potenzialmente disorganizzato. Al contrario, uno standard Braille āde jureā, ufficialmente sviluppato e riconosciuto dalle autorità nazionali e internazionali, rappresenterebbe una soluzione preferibile e molto più rapida, in grado di garantire uniformità e accessibilità a livello mondiale.
La mia proposta non ha l'intento di sovrapporsi o sostituirsi alle decisioni delle autorità competenti, ma di offrire un contributo fattivo e ben ponderato, con l'obiettivo di alimentare un dialogo costruttivo e inclusivo. La questione della rappresentazione delle emoji in Braille è di tale rilevanza e complessità che richiede il coinvolgimento delle istituzioni, le quali, con il loro expertise e la loro visione strategica, sono in grado di guidare la creazione di un sistema condiviso e riconosciuto globalmente. In questo contesto, il mio desiderio è di mettere a disposizione le competenze sviluppate nel corso degli anni, contribuendo al progresso di un Progetto che possa emergere grazie alla collaborazione tra tutte le parti coinvolte. Un simile approccio, che favorisca il dialogo tra esperti, istituzioni nazionali e internazionali, è fondamentale per la realizzazione di una soluzione che risponda alle esigenze di accessibilità universale.
Il coordinamento internazionale per la creazione di un sistema standardizzato di codifica Braille per le emoji rappresenta una sfida politica e organizzativa di grande Rilievo. Le emoji sono ormai parte integrante della comunicazione quotidiana, utilizzate in messaggi personali, social media e persino nella stampa ufficiale, ma per le persone con disabilità visiva non esiste ancora un sistema efficace e universalmente riconosciuto per la loro rappresentazione in Braille. Questo vuoto evidenzia una disparità comunicativa che necessita di un intervento concertato tra le diverse authority internazionali responsabili del Braille, come l'Unione Mondiale dei Ciechi (WBU) e le organizzazioni nazionali. Ogni paese ha tradizionalmente sviluppato proprie convenzioni per il Braille, spesso in risposta a esigenze linguistiche locali, rendendo complesso il raggiungimento di un consenso globale su nuovi standard. L'inclusione delle emoji in un codice Braille uniforme richiede un dialogo multilaterale che coinvolga non solo esperti di Braille, ma anche linguisti, sviluppatori di tecnologie assistive e rappresentanti delle comunità delle persone con disabilità visiva. La mancanza di un approccio condiviso rischia di frammentare ulteriormente l'accessibilità, limitando l'inclusione in un'area della comunicazione Digitale ormai essenziale. In questo contesto, l'urgenza di agire è amplificata dalla rapida evoluzione del Linguaggio Digitale e dalla crescente necessità di garantire pari opportunità comunicative in un mondo sempre più interconnesso.
[1] https://it.Wikipedia.org/wiki/Emoji
[2] https://www.infodata.ilsole24ore.com/2021/12/13/le-emoji-misura-di-tutte-le-cose-ecco-quante-sono-e-come-sono-cambiate-nel-2021/
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