Coronavirus e autonomia delle persone con disabilità visiva
Flavio Lucchini Aggiornato il 10/06/2020 08:30Svolgere le normali attività della vita di tutti i giorni, come muoversi nella città e comunicare con gli altri, fa parte della quotidianità di tutte le persone. Diamo per scontato che per tutte queste attività si usa soprattutto la Vista. Chi non vede o ha una visione ridotta non può usufruire delle informazioni visive che ha una persona vedente.
La minorazione visiva pregiudica l'Autonomia, la libertà di movimento e la capacità di Orientamento. Così nella persona si crea una serie di difficoltà di Natura psicofisica che investono tutta la sua vita Sociale e professionale, causando, nella maggior parte dei casi, una totale o parziale dipendenza dagli altri.
Le persone con disabilità visiva spesso si affidano a corsi professionali per l'Educazione alla mobilità e all'Autonomia. L'intento di queste iniziative è determinante anche per la propria autostima, per sentirsi parte della società.
Purtroppo in questa epidemia globale il distanziamento fisico sta creando enormi disagi alle persone con disabilità visiva. In Italia ci sono oltre 360 mila ciechi assoluti e oltre un milione e mezzo di ipovedenti e pluridisabili. Persone in grande difficoltà, perché la disabilità non consente loro di rispettare sempre la distanza di sicurezza dagli altri, in particolar modo nei luoghi affollati e sui mezzi di trasporto.
Con le nuove direttive - per i mezzi pubblici, autobus, metropolitane e treni -, è stata stabilita una segnaletica visiva sui seggiolini/sedili in cui le persone possono o non possono sedere. Anche se queste indicazioni fossero percettibili al Tatto, per le persone con disabilità visiva si verrebbero a creare principalmente due problemi: il Tatto è difficilmente utilizzabile se si indossano dei guanti protettivi; a mani nude sarebbe meglio evitare di toccare superfici non igienizzate, come presumibilmente sono quelle esposte al e in pubblico.
Come risolvere questo problema?
Una campagna di sensibilizzazione sarebbe utile per invitare i cittadini a dare una mano simbolica quando incontrano una persona con disabilità visiva. Basterebbe una semplice indicazione verbale per indicare a chi non vede o chi vede poco come raggiungere un posto a sedere o come mantenere le dovute distanze. Quindi per strada cercare di mantenere la distanza di sicurezza, visto che la persona non vedente o ipovedente ha difficoltà a farlo. Per i mezzi pubblici dare le indicazioni a Voce per raggiungere un posto libero, senza accompagnare necessariamente la persona.
Una campagna di sensibilizzazione secondo noi dovrebbe essere chiesta dalle nostre associazioni di categoria alle amministrazioni locali, le uniche che possono avere l'adeguata forza per raggiungere il numero più grande di cittadini. Noi persone con disabilità visiva possiamo raggiungere un limitato numero di persone della nostra cerchia di amici e conoscenti, le nostre associazioni di categoria non sono presenti capillarmente in tutto il territorio Italiano. Mentre, un'amministrazione locale, magari in sinergia con le associazioni delle persone con disabilità visiva, potrebbe organizzare in poco tempo un'informativa che a tappeto raggiungesse i cittadini della propria zona. A livello nazionale una pubblicità progresso potrebbe anche essere studiata e promossa dal Governo, mediante le reti radiofoniche e televisive pubbliche e private.