Il valore di saper ancora dire "Grazie"
Giuseppe Di Grande Aggiornato il 09/11/2021 08:00Grazie è "usato per ringraziare qualcuno, per esprimere la propria gratitudine" (dal vocabolario Treccani). Andando al di là degli automatismi della nostra società in corsa che gli hanno tolto profondità, forse questa parola ha ancora un valore. Una parola così semplice e allo stesso tempo piena di forza, forza direttamente collegata al significato che le si imprime. Un Grazie detto di fretta ha un significato debole, tralasciabile, scontato. Un grazie pronunciato fermandosi veramente a dirlo o scriverlo si riempie di un profondo significato di gratitudine, percepito da chi lo riceve.
Diciamo grazie a una persona per riconoscerle il suo valore, siamo grati per tutto ciò che lei ha fatto per noi. Chi le dice grazie, implicitamente le dice che è in debito con lei. Anche la Programmazione neurolinguistica dedica particolare attenzione alla parola grazie e come ad essa si risponde. È delicato il rapporto con chi si sente in debito con te, perché la riconoscenza si può trasformare in qualcos'altro di negativo. Quando qualcuno ti dice grazie ti mette in mano la sua riconoscenza, in un certo qual modo si pone un gradino sotto di te. Tu dovresti essere capace di riequilibrare i rapporti, magari rispondendo "prego" oppure "mi ha fatto piacere farlo per te", e consentire al tuo interlocutore di ricambiare il piacere. Si chiama Legge di reciprocità. Magari tu quando qualcuno ti dice grazie, gli rispondi "di niente". Così, oltre ad annullare il valore della cortesia che hai fatto all'altra persona, le mandi implicitamente il messaggio che tutto sommato la tua cortesia non è niente di che, è qualcosa di poco valore, annullando in modo sgradevole il suo ringraziamento, magari sentito, e di conseguenza l'importanza che quella persona ha per te. Insomma, piuttosto che riequilibrare il rapporto, la fai scendere a un gradino ancora più basso.
Torniamo alla parola grazie, perché la parola assume ancora più importanza quando è corredata di sfumature particolari. Il Linguaggio non verbale è al centro del significato che assume una parola. Pronuncia grazie insieme a un sorriso e le darai più forza. Un giorno trovandomi in banca ero allo sportello e al di là c'era un funzionario con una Voce molto seria. Anche se lo sentivo gentile, il suo tono era inespressivo. In quei giorni stavo leggendo alcuni libri di PNL (un signore molto bravo, secondo me, che si chiama Paolo Borzacchiello) e volli provare proprio quello che avevo letto la sera prima. Quando l'impiegato mi chiese qualcosa, gli feci un sorriso e gli risposi in tono amichevole. Udii con le mie orecchie un sorriso sfuggirgli dalle labbra (si chiamano neuroni specchio, a un sorriso è difficile resistere). Da lì in poi la conversazione fu più rilassata e con un tono più leggero. Al termine gli dissi grazie, come segno di riconoscenza, e lui addirittura volle stringermi la mano.
Il sorriso insieme a un grazie sono potentissimi mezzi per conquistarsi la simpatia delle persone, purché siano sinceri. Un grazie diventa ancora più bello e incisivo se è accompagnato da un sorriso.
Il paralinguaggio e il Linguaggio non verbale sono degli ottimi alleati per migliorare le proprie relazioni pubbliche. Ma chi non ha modo di esprimersi visivamente o uditivamente? Oggi i nostri rapporti avvengono anche per iscritto, con le eMail, coi post sui Social network, coi messaggi brevi, sui blog... siamo pieni di mezzi per comunicare. La mole di informazioni testuali che scriviamo è un parametro che sta alla base delle nostre comunicazioni professionali o amicali.
Sono stato indotto a Scrivere questo articolo sul valore della parola grazie, da un comportamento che ho notato nello scambio di messaggi con altre persone. La mia Professione mi porta ad avere ogni giorno un sostenuto scambio di domande e risposte con altre persone. Qualche tempo fa, dopo aver dato una risposta risolutiva a una persona, mi sono sentito a disagio, quando non c'è stata alcuna reazione, una controrisposta che riconoscesse il valore della risposta che le avevo dato. Sarebbe bastato Scrivere grazie, semplicemente. Invece no, niente di tutto questo, sono solo stato avvolto da un imbarazzante silenzio. Allora ho riflettuto sul perché io mi aspettassi che il valore del mio aiuto fosse riconosciuto con un grazie. In quella circostanza avevo dato alla parola grazie più peso di quanto le avesse dato l'altra persona. Implicitamente l'altra persona aveva ritenuto il mio aiuto di poco valore, eppure io mi ero impegnato a rispondere e la mia risposta era sincera e puntuale. La conseguenza sarebbe stata solo una, se non mi fossi soffermato ad analizzare la mia reazione: non avrei dato più risposte alle altre persone, o almeno a quella persona. Un grazie mancato stava per generare tutto questo. Alla fine ho solo evitato di dare io troppo valore al grazie di quella persona, magari non era nel suo animo ringraziarmi, perché secondo la sua percezione non aveva ricevuto ciò che si aspettava.
Non a caso, voglio concludere con un aforisma di Aldous Huxley: "La maggior parte degli esseri umani hanno una capacità quasi infinita di prendere le cose per scontate". Aforisma che è diretta conseguenza di un mancato grazie.
A volte se ne abusa, tuttavia Grazie è una delle parole più preziose per mantenere sane le relazioni umane e alimentare l'umanità tra le persone. Grazie.