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Insegnanti o Alchimisti? Ritrovarsi esperti di didattica da distanziamento

Pubblicato il 14/09/2020 08:00 
 

Nella Scuola di tutti, quella per tutti, gli insegnanti stanno subendo una metamorfosi che li porterà a essere dei provetti alchimisti, meno insegnanti.

Domani apriranno la maggior parte delle scuole, non tutte ovvio, pensavate di sì?

Dai, siamo in Italia, nel paese dei balocchi e delle fantasie!

L'idea è quella per cui, dopo l'Emergenza epidemiologica, che ha interessato il nostro Bel Paese, colpendo nel bene e nel male tutti i settori, da quello industriale, artistico, religioso e per sino Sociale come quello della Scuola, il Ministero dell'Istruzione ha scoperto una straordinaria e nuova caratteristica del corpo docente, la duttilità; potenzialità questa davvero profonda per cui necessitava un essere vivente così piccino perché venisse fuori.

Anzi, oggi l'Insegnante provetto è l'Insegnante alchimista o esperto di Didattica da distanziamento.

Non importa se conosce o no la Materia per cui è stato nominato, ricordo che per Decreto ministeriale a Scuola può entrare su un insegnamento anche lo Studente universitario non ancora laureato, l'importante è che sappia Riconoscere un banco COVID-19 da un banco ordinario e che sappia mantenere il distanziamento Sociale a discapito dei contenuti disciplinari e della stessa Didattica.

Insomma, l'anno scolastico 2020-21 s'apre all'insegna del cambiamento che, ci dicono dal Ministero, finalmente è arrivato!

Un vero e proprio gigantesco Laboratorio d'alchimia, la parola di derivazione araba ha proprio il significato di colui che interroga la Natura, primordi dei moderni e contemporanei scienziati. Dunque tutti scienziati, noi docenti di oggi.

La Scuola un grande campus, ove la priorità è essere al sicuro!

Abbiamo imparato a difenderci da eventuali serial killer, pistoleri o male intenzionati dell'ultima piazza, che potrebbero fare irruzione in una Scuola; ora da un killer sin troppo piccolo per essere arrestato o fermato da una porta debitamente sbarrata.

E la finalità dell'insegnamento che fine ha fatto?

Negli anni ottanta-novanta ci trasformammo in genitori psicologi; dal 2000 a ieri, in nonni o babysitter, sempre in sostituzione evidentemente della classe genitoriale, sempre più carente e assente.

Da quest'anno?

Confessiamocelo, il microscopico killer ci ha permesso di portare alla luce quel disagio Sociale, di cui la Scuola, non meno d'altre componenti della società, risulta profondamente interessata: perdita di quei valori aggreganti e il conseguente vuoto riempito da inutilità sociali, tese a far perdere il senso della stessa titolarità di rappresentanza, prima genitoriale, poi educativa e istruttiva.

Siamo davvero grandi trasformisti, dediti all'eterna metamorfosi dei ruoli e delle finalità.

Ed infatti, fu nei primi anni settanta che salutammo con un certo entusiasmo e aspettativa, l'ingresso delle componenti di rappresentanza genitoriale e studentesca negli organi collegiali quali il consiglio di Istituto e il consiglio di classe.

Questa riforma epocale, che apriva le porte del mondo della Scuola alla società, in particolare alle famiglie e agli studenti, ha condotto col tempo a quella confusione di ruoli per cui gli stessi insegnanti si son ritrovati in una condizione di soggezione, quasi di sudditanza nei confronti della Componente genitoriale; Componente che oggi, da una parte chiede all'istituzione scolastica un certo ruolo di surroga genitoriale, dall'altra interviene a gamba tesa, addirittura sulla Didattica e la Programmazione condizionando pesantemente l'azione del personale educativo.

Se poi a questo disagio si aggiunge la precaria situazione economica, in cui versa la maggior parte dei plessi scolastici, ecco che il personale educativo, compreso il dirigente scolastico, ha dovuto reinventarsi nel suo e in altri ruoli operativi pur di scongiurare la chiusura dell'Istituto medesimo.

Se nel passato l'invenzione più importante, per lo sviluppo del cervello fu l'arco e il suo impiego, oggi al contrario, è la capacità di contrarre la forza creativa costringendo la massa cerebrale ad un processo di ridimensionamento.

Il processo contrario a quello che ci ha portato sin qui.

Per fare questo non sono utili degli insegnanti, ma degli scienziati, dei bravi alchimisti che, invece di trasformare il piombo in oro o il vetro in diamante, trasformeranno i discenti in futuri cittadini appartenenti alla generazione COVID-19.

Beh abbiamo avuto i discenti quali nativi digitali; domani rischieremo di avere quelli nativi COVID-19; che avranno studiato su un banchetto anti covid, provvisto di ruote e freni; che avranno usato quaderni speciali e penne anti covid, nel senso che non trattengono sulla loro superficie tracce di virus.

Se esistessero ancora i programmi nella Scuola, probabile che il Ministro avrebbe potuto immaginare di proporre una rivoluzione del tipo: dai programmi gentiliani del 23 ai programmi anti covid!

Eppure non siamo molto lontani da questo evento, questa è la mia impressione, considerato che di contenuti non se ne parla, ma solo di aspetti materiali, come se ci trovassimo al Ministero della Salute e non dell'Istruzione.

Oh, si badi bene, la Salute va tutelata, ci mancherebbe!

Ma la priorità, per il Ministero dell'Istruzione, sino a che contemplerà nel suo nome la parola Istruzione, resti appunto la finalità della Scuola e non un'altra cosa.

Scrivevo su Facebook qualche giorno fa che, la finalità dell'insegnamento è la costruzione di un Percorso lungo il quale, la persona, più che l'individuo inteso come soggetto devoto della manifestazione di un “io” teso al solipsismo, cresce e matura, a partire dalla complessità della realtà, una Dimensione cosciente di sé nel mondo.

Ora cosa determinerà in termini di consegna dei saperi questa nostra Scuola?

Avremo un proliferare di analfabetismo degli apprendimenti; sarà l'Emergenza del futuro scolastico, l'assenza di apprendimento.

Dice Recalcati in uno dei suoi interventi: “Noi siamo giocati dalla vita, non giocatori che giocano la propria esistenza…”; e prosegue con l'esempio del cuore e del suo battito ovattato che ognuno percepisce… “Ci accorgiamo che il nostro cuore è il centro del nostro corpo e della nostra esistenza. Egli ci consente di vivere, ma al tempo stesso ci supera.”

La Scuola, un poco come il cuore, scandisce quel ritmo così vitale per la crescita umanistica ed umana per ogni persona.

La Scuola è un segmento troppo importante per la nostra crescita, non solo riferita ai saperi quali elementi di una Istruzione didatticamente impartita ma, acquisite le conoscenze di una alfabetizzazione, dobbiamo poter Acquisire un'altra alfabetizzazione di cui la Scuola, agenzia educativa, seconda solo a quella famigliare, può offrire e che consiste nell'Acquisizione di quei valori umani-sociali di cui non possiamo privare i futuri cittadini di uno Stato, che ancora oggi si definisce dedito all'esercizio della Democrazia liberale, col solo pensiero di una Istruzione dal basso profilo culturale.

Quindi, tuteliamo la Salute nostra e quella dei nostri discenti, ma facciamolo tenendo in debita considerazione anche la Salute della mente, non solo quella del soma.

Continuiamo a prenderci cura della crescita e della maturità dei discenti, affinché domani, non siano automi in movimento sicuro perché sapranno migrare di quartiere in quartiere con mascherine e amuchina in tasca e in distributori sparsi qua e là lungo le vie del paese e delle città.

L'evento covid non può essere ritenuto Umano e dunque culturale, se pure condiziona e probabilmente condizionerà il sistema d'essere società.

La peste dei secoli passati non determinò un modello di società, che condizionasse la stessa culturalmente, economicamente e socialmente; al più ha permesso di Studiare meglio e più da vicino l'Uomo dal punto di Vista del corpo e magari anche della sua mentalità; ma, certo non ne ha determinato una decrescita, come sta accadendo oggi con il COVID-19.

Gli insegnanti di allora, non trasformarono le università in luoghi anti peste o lebbra.

Né gli stessi insegnanti in scienziati.

Quel che rappresenta il segnale di arrivo di una Scuola in preda al panico, è descritto in questo frammento che leggiamo sul portale dello stesso Ministero dell'Istruzione:

ROMA. "Rientriamo a Scuola", simpatico, quanto vagamente dal tono ironico, l'invito che il Ministero dell'Istruzione ha scelto per inaugurare la Pagina dedicata alla ripresa dell'attività scolastica dell'anno 2020-21.

Vi si può trovare, riferimenti alle linee Guida, documenti, normative, informazioni e tutto ciò che è stato elaborato e diffuso dall'inizio della Pandemia fino ad oggi e che viene ora raccolto e messo a disposizione in un unico spazio/contenitore.

Contenitore che di tutto parla, tranne che di contenuti disciplinari; di Didattica; di processi educativi o di necessità educativa o formativa.

A ciò si aggiunga che lo stesso Ministero ha istituita la Pagina delle "FAQ" (Frequently Asked Questions - Domande frequenti NDR), con cui risponde alle questioni che maggiormente rappresentano dubbi e confusione come per esempio: DAD sì o no?

E dunque: la tematica legata allo svolgimento della Didattica a distanza; all'utilizzo delle fatidiche mascherine per gli alunni o studenti in situazione di disabilità; dall'orario scolastico, per cui si è discusso nelle settimane scorse anche di una riduzione oraria delle unità didattiche ai banchi "anti-covid", dall'assunzione degli insegnanti agli "alunni o studenti così definiti come fragili".

Già, oltre alla Pandemia, gli alunni o studenti in situazione di disabilità, rappresentano l'ulteriore elemento di discussione, non tanto per le ragioni legate agli apprendimenti, dunque al loro Diritto all'Istruzione, ma semplicemente, di ciò siamo grati, se possono o meno rappresentare elementi di rischio o essere essi stessi a rischio contagio.

Su ciò non mi pronuncio, altrimenti non basterebbero altre dieci cartelle d'articolo.

Didattica a distanza: sì, no, forse.

Chi resterà a casa per primo, nel caso?

Sul sito del Ministero dell'Istruzione si Legge ancora:

Per quanto riguarda il Rientro fisico in classe, si chiarisce che "il servizio scolastico sarà erogato con le lezioni in presenza", ma si precisa che "la Didattica Digitale potrà essere utilizzata in modo complementare e integrato solo nella Scuola secondaria di secondo grado".

Certo, qualora poi dovesse scattare una nuova fase emergenziale, la Didattica a distanza sarà estesa a tutti gli alunni e studenti d'ogni ordine e grado della Scuola, pubblica e paritaria.

E in considerazione dell'aumento dei focolai covid nel nostro paese, nulla vieta che sia messa in forse, oggi, rispetto a ieri, l'apertura stessa della Scuola e il conseguente avvio delle lezioni secondo il regime di normalità, che sino a qualche mese fa caratterizzava, non solo la Scuola italiana, ma quella del pianeta.

Sempre dal MI, in particolare dal Comitato Tecnico Scientifico leggiamo:

Per quanto riguarda l'obbligo delle mascherine, "il Comitato Tecnico Scientifico per l'Emergenza (CTS) si è espresso nel mese di agosto sull'obbligo di utilizzo della mascherina per gli studenti di età superiore a 6 anni, sempre riguardo a quanto riportato sul sito del Ministero.

Per chi ha meno di 6 anni è già previsto che non si debba utilizzarla". Diversa la situazione per gli alunni con disabilità: "Se la disabilità non è compatibile con l'uso continuativo della mascherina non dovranno indossarla.

Comunque sia, si sottolinea dal Ministero che, le scuole e le famiglie sono invitate a concordare le soluzioni più idonee a garantire le migliori condizioni di apprendimento".

Non so se sia chiaro? Unico dato significativo che concerne l'insegnamento, per il resto, nebbia!

In compenso, avremo una carrellata di ingressi di insegnanti e non; scuole anti covid; orari scaglionati, così gli ingressi: immagino quegli edifici i cui ingressi sono già sacrificati per le uscite d'Emergenza, che probabilmente dovranno inventare un ipotetico ingresso da eventuali finestre o intercapedini.

Ed intanto l'anno ha inizio!