Noi sordo-ciechi siamo messi a dura prova
Antonio Russo Aggiornato il 02/05/2020 08:30Parliamo di chi in questi mesi difficili ha dato la vita per permettere a questa nostra frenetica umanità di migliorarsi. In Italia oltre 180 tra medici ed infermieri si sono dedicati agli altri pagando di persona un prezzo altissimo: la perdita della loro stessa vita. Quanta gratitudine dobbiamo loro per tutto l'amore che ci hanno dimostrato, ma non sarà mai sufficiente per ripagarli del loro sacrificio, e quando si tornerà alla normalità non dovremo mai dimenticare di ricordarli e parlare ai nostri figli di loro.
Grazie per aver lottato per tutti anche con scarsi mezzi di sicurezza protettiva, siete andati incontro ad un'incognita di un male che ci sta mettendo a dura prova; grazie per aver dimostrato che la solidarietà concretamente espressa con la vostra unica opera è il presidio più efficace per dirci che qualunque sia il domani da affrontare, questo si baserà sull'esempio e sul vostro ideale morale di vita da rispettare.
Noi sordociechi siamo messi a dura prova in questi mesi: per noi il Tatto è la Forma fondamentale per interagire col mondo, comunichiamo con le mani, e se il Coronavirus si trasmette essenzialmente col Tatto ed il respiro, siamo sicuramente i più esposti al contagio di questa malattia che forse si sarebbe potuta evitare. Stando a quello che si Legge e si ascolta sui media, stampa, radio e televisione, si cerca di capire come il virus si sia installato tra noi, ma potete Leggere le cronache sulla nostra rubrica di Attualità; intanto bisogna dire che i contagiati in Italia sono ancora troppi e i decessi nel mondo sono soprattutto persone anziane e che, per ora, non esiste ancora una cura adatta che ci possa garantire l'immunità che ci liberi per sempre da questo virus assai pericoloso, speriamo almeno che il più presto possibile venga messo a punto il vaccino. Ma la solidarietà deve imparare ancora a camminare, deve instaurare tra tutti il desiderio di rendersi utili, deve cercare di abbattere le barriere culturali e spesso umane che molte volte fanno da ostacolo. Grazie ancora a chi ha donato la vita al prossimo suo e, come diceva Sabina Santilli, bisogna andare avanti con coraggio: è e resta la scelta giusta per proseguire.