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Non Vedenti, Braille e Tecnologie di Stampa

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Col baseball, per guardare al di là dei limiti

Aggiornato il 04/10/2010 00:00 
 

BRESCIA. Una discreta cornice di pubblico e vivo interesse hanno accompagnato, ieri mattina sul diamante di via Branze, in città, l'All Star Game di baseball per non vedenti, organizzato dall'Aibxc - Associazione italiana baseball giocato da ciechi - e che vedeva fronteggiarsi i campioni in carica, i Thunder's Five di Milano, e la squadra All Star formata dai migliori giocatori delle restanti squadre del campionato Italiano.

Interesse vivo, si diceva, ma rigorosamente silenzioso. Lo speaker, che tra un'azione e l'altra ha spiegato al pubblico le regole particolari di questa disciplina, ha invitato i presenti a non applaudire durante il gioco, perché il rumore lo disturba. Si tratta di una questione sensoriale. Il baseball per ciechi «funziona» e resta veloce e avvincente proprio perché, dove non può arrivare la Vista, arriva l'Udito. I giocatori infatti sono pilotati in campo da una sorta di coordinatore vedente, gli arbitri indicano agli attaccanti dove correre battendo le mani e la difesa schierata può intercettare la palla perché la sfera stessa è come una rigida buccia cava con quattro buchi e, all'interno, altrettanti sonagli che tintinnano mentre rotola o rimbalza. L'unico atleta vedente sul diamante è il ricevitore che sta in seconda base e agguanta i lanci dei difensori. I battitori non devono ricevere un lancio di un avversario, bensì dimostrare di essere in grado di trovare la

coordinazione giusta per alzarsi da soli la palla e colpirla con la mazza.

Al di là delle caratteristiche tecniche del gioco, quello che rende il baseball per ciechi affascinante è lo spirito che lo pervade. Uno spirito di cooperazione tra vedenti e non vedenti, reso particolare dal fatto che i protagonisti dell'azione, con corse, battute e ricezioni, sono proprio coloro che «sono al buio», mentre gli allenatori sono bloccati in panchina. A bordo campo i ragazzi dei Thunder's Five sono concentrati e tesi per il match, ma si incitano a vicenda e trovano sempre il modo di sorridere.

Nella squadra campione in carica gioca anche un giovane bresciano. Si chiama Sarwar Goulam, ha 25 anni, viene dal Pakistan ma vive a Casazza da 9 anni. È un ragazzone alto e molto potente, se la cava davvero bene: «Gioco da 3 anni, è un'esperienza bellissima. A volte richiede anche sacrifici, come quando devo prendere il treno alle 5 di mattina per andare a Milano e poi andare a giocare in trasferta con i miei compagni, ma è davvero gratificante. Spero che anche nella mia città, Brescia, possa presto nascere una squadra di baseball per ciechi».

A vincere l'All Star Game sono stati i Thunder's Five - meglio organizzati in difesa rispetto alla Formazione degli All Stars - con il tondo risultato finale di quattro a zero.