Contrassegno parcheggio disabili: L'Unione Ciechi Liguria/Genova chiede semplificazioni
Giuseppe Di Grande Aggiornato il 07/05/2021 12:00L'iniziativa dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Liguria e di Genova dovrebbe essere presa a cuore da tutte le altre sedi territoriali di UICI, perché il rinnovo del contrassegno per il parcheggio dedicato ai disabili è una burocrazia superflua e inutile che affligge tutta Italia... o almeno una buona parte.
La missiva che oggi l'UICI Liguria/Genova invia a chi di dovere è una richiesta sacrosanta e cristallina per risolvere una volta per tutte una burocrazia superflua che non sa distinguere quando una richiesta di documenti danneggia la vita di una persona con disabilità; le stesse persone che in questi tempi vengono definite fragili, che hanno più forza e volontà di qualsiasi altra per poter combattere ogni giorno con una burocrazia sciocca e cieca.
Un Disabile con disabilità certificata dagli organi preposti e non più rivedibile - perché, signori miei, quando una persona è cieca per gravi patologie non è che da un anno all'altro possa riacquistare la Vista (Magari!) -, per quale motivo in fase di prima richiesta o di rinnovo del contrassegno per il parcheggio dei disabili dovrebbe produrre un certificato del medico di base, come se tutti i verbali delle varie commissioni, che superano di gran lunga quello di un medico generico che non può fare altro che ricopiarne il contenuto, dovrebbero essere considerati non utili allo scopo? Si è quindi costretti a fare la trafila - tra l'altro in questo periodo di pandemie varie è proprio utile muoversi - di recarsi dal proprio medico di base, che a volte resta spiazzato, per farsi fare un certificato (inutile) per poter rinnovare il contrassegno.
La richiesta di UICI Genova dovrebbe essere presa ad esempio da tutte le UICI d'Italia dove esiste lo stesso problema. Qui da me esiste (Siracusa e provincia), è vivo e vegeto (ho rinnovato il contrassegno due mesi fa, con la stessa assurda procedura) e aspetta che qualcuno intervenga per sanarlo. Perché, signori miei, se la pubblica amministrazione deve partorire regole che potrebbero essere prese in carico da un Computer (i Computer sono stupidi, almeno per ora), non si vede la necessità di pagare del personale Umano per svolgere quel Lavoro. In genere un essere Umano possiede un'Intelligenza per poter discriminare le situazioni, per poter capire che una procedura per determinate persone è superflua, a volte al limite del vessatorio (a me un funzionario disse che i verbali che gli stavo fornendo non servivano a niente!).
Ecco quanto scrive giustamente l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Liguria e di Genova.
Consiglio Regionale Liguria / Sezione Territoriale di Genova : prot.n. 177 del 5 maggio 2021
Al Sindaco del Comune di Genova
All’ Assessore ai Trasporti ed alla Mobilità del Comune di Genova
Alla Disability Manager del Comune di Genova
Alla Consulta per la Tutela dei Diritti delle persone con disabilità del Comune e Città Metropolitana di Genova
Alla Consulta Regionale Handicap Liguria
Al Coordinatore della Segreteria della Consulta Regionale Handicap Liguria
e p.c.
Al Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS APS
Alla Polizia Municipale del Comune di Genova
Alla ASL 3 Genovese – Medicina legale
Oggetto: Rinnovo CUDE
L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS APS esercita le funzioni di rappresentanza e di Tutela degli interessi morali e materiali delle persone affette da disabilità visive, dagli ipovedenti, ai ciechi parziali, per arrivare ai ciechi assoluti.
In tale veste, si vede costretta a rammaricarsi della circostanza che Genova Parcheggi S.p.A., affidataria per conto del Comune di Genova dell’intera gestione del CUDE, comprendente anche le fasi del rilascio e del rinnovo, richieda, in sede di rinnovo, il certificato rilasciato dal medico curante su modello C4 anche ai soggetti colpiti da cecità, totale e parziale.
Tale richiesta viene probabilmente suggerita da una Lettura superficiale dell’art. 1, c. 2, delle Linee di indirizzo per criteri valutativi medico-legali relativi al Riconoscimento della “deambulazione impedita o sensibilmente ridotta” ai fini del rilascio del contrassegno per il parcheggio per disabili (CUDE – Contrassegno Unico Disabili Europeo), ai sensi dell’art. 381 del DPR 495/92 e ss.mm.ii. (in particolare DPR 151/2012), approvate con DGR n. 442/2017, a mente del quale «Il contrassegno ha validità 5 anni e in tal caso si definisce “permanente”; alla scadenza dei 5 anni, il rinnovo avviene mediante esibizione, presso i competenti uffici comunali, del certificato rilasciato dal medico curante (su modello C4, ai sensi della DGR 138/2015) che confermi il persistere delle condizioni sanitarie che hanno dato luogo al rilascio del contrassegno stesso».
Ebbene, la richiesta di Genova Parcheggi S.p.A. si appalesa, in realtà, senza fondamento, perché la previsione sopra riportata, che a prima Vista sembra avere un ambito di applicazione generale, deve essere coordinata con quanto disposto al successivo art. 3, che nel definire la “capacità deambulatoria” e di “deambulazione impedita o sensibilmente ridotta”, allorché tratta delle minorazioni sensoriali, prevede: «Cecità totale / cecità parziale (art. 2 – 3 Legge 138 / 2001): per tali soggetti riconosciuti dalla competente Commissione medica è sufficiente allegare all’istanza da presentare al Comune di residenza, una copia conforme all’originale del verbale di Riconoscimento della cecità».
Ora, è evidente, anche considerando la non reversibilità delle menomazioni visive, che, nel momento in cui, per il primo rilascio del CUDE, è considerata dalla norma sufficiente l’esibizione della documentazione attestante lo stato di cecità, non può essere richiesta, in sede di rinnovo, con un procedimento aggravato rispetto al primo rilascio, la produzione del certificato modello C4. Il regime derogatorio ed eccezionale fissato dalla norma per il primo rilascio deve, in pratica, valere anche per i rinnovi.
A ciò si aggiunga che la richiesta di presentazione del modello C4, oltre che gravatoria, è anche inutile: il medico di medicina generale non può far altro, infatti, che rifarsi nella propria valutazione al Documento (proveniente da Amministrazione Pubblica) attestante la cecità, e già presentato, in quanto sufficiente, in sede di primo rilascio.
Quindi si chiede che codesto spettabile Ente voglia fornire un’interpretazione autentica delle citate Linee Guida, che chiarisca che, per il rinnovo del CUDE di cui beneficiano i soggetti affetti da disabilità visive, è sufficiente la nuova presentazione della documentazione ricognitiva della disabilità.
In questo modo verrebbe garantita la finalità del rinnovo (ossia il controllo sull’attualità e persistenza delle condizioni che legittimano il possesso del CUDE), senza tuttavia imporre adempimenti gravatori e inutili, nel senso che, come detto, la valutazione del Medico di Medicina Generale non potrà ontologicamente mai sostituirsi a quella di una Commissione Medica dell’ASL o dell’INPS.
Stupisce che l’infondata richiesta di Genova Parcheggi venga sostenuta dal referente della Segreteria della Consulta Regionale per l’Handicap, che, in una comunicazione del 30 aprile u.s., accanto ad affermazioni ovviamente condivisibili sull’uso corretto del CUDE e sull’opera di contrasto agli abusi svolta meritoriamente dalla Polizia Locale (ai ringraziamenti alla quale l’UICI si associa), pare surrettiziamente sostenere che solo il modello C4 sia “garanzia” di “avere una vita Sociale” (parole sue).
Gli associati a questa Unione sanno benissimo come deve essere utilizzato il CUDE e non si intende certo difenderne o, peggio, incentivarne gli utilizzi “allegri” e illeciti, che vanno a discapito dei veri disabili, quindi anche dei ciechi; si chiede semplicemente che venga eliminato un adempimento gravoso e inutile, perché non aggiunge nulla, specie in un periodo come l’attuale in cui la mobilità personale è gravemente compromessa.
Sacrosanta la battaglia del Sig. Puppo per il rilascio gratuito del modello C4 in sede di rinnovo a favore delle categorie per cui, in sede di rilascio, non è sufficiente la sola esibizione della documentazione attestante la disabilità; ma altrettanto lo è quella di chi scrive, di garantire ai propri soci condizioni di vita quotidiana il più possibile confortevoli e non gravate da oneri ulteriori rispetto a quelli malauguratamente già imposti dalla disabilità.
Distinti saluti.
Il Presidente Regionale Arturo Vivaldi
Il Presidente Sezionale Giuseppe Pugliese