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Parti di retina dalle cellule della pelle

Aggiornato il 18/05/2011 00:00 
 

La Ricerca apre la strada a una possibile Terapia per la degenerazione maculare senile e la Retinite pigmentosa Per la prima volta, grazie al trapianto di cellule staminali parzialmente differenziate ottenute da cellule della Pelle, è stato possibile rigenerare porzioni significative di una retina danneggiata ottenendo un miglioramento della funzione visiva. Il risultato è stato ottenuto nel topo da un gruppo di ricercatori dello Schepens Eye Research Institute, che ne riferisce in un articolo pubblicato sula Rivista PLoS ONE.

"Altri ricercatori sono riusciti a convertire cellule della Pelle in cellule staminali pluripotenti (iPSC), ma questa è la prima volta che riesce una ricostruzione di questo livello della retina, con il recupero della funzione visiva", ha detto Budd A. Tucker, primo firmatario dello Studio.

La Ricerca apre la strada a una possibile Terapia per la degenerazione maculare senile e la Retinite pigmentosa che oggi rappresentano le principali cause di cecità nel mondo industrializzato, per le quali non esistono allo stato attuale terapie efficaci.

In queste patologie, i fotorecettori della retina iniziano a morire e la retina diviene incapace di intercettare la luce e trasformarla in impulsi nervosi da trasmettere al cervello. Una volta distrutti, i fotorecettori, al pari di altre cellule del tessuto nervoso, hanno una ridotta capacità di venireì rigenerate.

Per condurre la Ricerca i biologi della Schepens hanno prelevato cellule prelevate dalla coda di un topo mutante le cui cellule della Pelle sono fluorescenti, in modo da poterele facilmente identificare una volta trapiantate.

Forzando queste cellule a esprimere i quattro fattori di Trascrizione di Yamanaka (dal nome del loro scopritore), i ricercatori hanno quindi prodotto cellule staminali pluripotenti fluorescenti, dalle quali attraverso la somministrazione di ulteriori fattori sono riusciti a ottenere precursori delle cellule retiniche, che sono in grado di differenziarsi appieno solo nel loro Ambiente naturale.

Dopo 33 giorni le cellule sono state pronte per il trapianto nell'Occhio di topi di un modello murino della malattia retinica degenerativa. Nell'arco quattro-sei settimane i ricercatori hanno osservato che le cellule trapiantate si erano disposte nelle appropriate aree della retina e avevano iniziato a integrarsi nel tessuto retinico sano.

Al controllo strumentale, i ricercatori hanno potuto constatare che il nuovo tessuto riusciva a produrre un'attività elettrica pari ad almeno la metà di quella di una retina normale.