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Mary Shelley - Frankenstein - (12) Capitolo Terzo - 1/3 (Audiolibro)

Aggiornato il 06/06/2021 10:00 
 Frankenstein 12

Da quel giorno la filosofia naturale, e in particolar modo la chimica nel senso più lato del termine, divenne, si può dire, la mia unica occupazione. Lessi con ardore le opere, così acute e geniali, che i ricercatori moderni hanno scritto in proposito.

Frequentai le lezioni degli uomini di scienza dell'università e ne coltivai l'amicizia, e persino nel signor Krempe trovai molto buon senso e vera dottrina, combinati, è vero, con fisionomia e modi scostanti, ma non per questo meno degni di attenzione. Nel signor Waldman trovai un vero amico. La sua gentilezza era assolutamente aliena da ogni forma di dogmatismo, e i suoi consigli venivano dati con un'aria di franchezza e di bontà che escludeva ogni idea di pedanteria. Forse, più che un intrinseco amore per la scienza stessa, fu il carattere amabile di quest'uomo a farmi provare una maggiore inclinazione per quel ramo della filosofia naturale che egli professava.

Ma un simile stato d'animo si manifesta solo nei primi passi verso il sapere: più mi inoltravo nel cammino della scienza, più essa diventava per me un fine per se stessa. Quell'applicazione, frutto dapprima di senso del dovere e di forza di volontà, si fece poi così ardente e appassionata, che spesso mi affaccendavo ancora in laboratorio quando le stelle scomparivano nella luce dell'alba.